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Fallisce il golpe USA in Macedonia

La Macedonia sventa un nuovo tentativo di golpe, un piano USA per il 17 maggio. Lo scopo: estendere il caos ucraino contro un gasdotto russo verso l’UE [T. Meyssan]

Fallisce il golpe USA in Macedonia
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13 Maggio 2015 - 21.57


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di Thierry Meyssan.

La Macedonia ha appena messo in
condizione di non nuocere un gruppo armato di cui sorvegliava i mandanti da
almeno otto mesi. Ha così evitato un nuovo tentativo di colpo di stato, pianificato
da Washington per il 17 maggio. Si trattava di allargare alla Macedonia il caos
già installato in Ucraina al fine di impedire il passaggio di un gasdotto russo
verso l”Unione europea.

Il primo ministro
macedone, Nikola Gruevski, annuncia la fine dell’aggressione contro i
terroristi.

Il caso di Kumanavo

La polizia macedone ha lanciato il 9 maggio
2015, all”alba, un”operazione volta ad arrestare un gruppo armato che si era
infiltrato nel paese e che sospettava stesse preparando diversi attentati.

La polizia aveva evacuato la popolazione
civile prima di dare l’assalto.

Dopo che i sospetti hanno aperto il fuoco, è
seguita una dura battaglia che ha lasciato 14 morti dal lato dei terroristi e 8
dal lato delle forze dell”ordine. Ben 30 individui sono stati fatti
prigionieri. Si calcolano parecchi feriti.

Non un’azione
terroristica, ma un tentativo di colpo di stato

La polizia macedone era manifestamente ben
informata prima di lanciare la sua operazione. Secondo il ministro degli
Interni, Ivo Kotevski, il gruppo stava preparando un”operazione molto
importante per il 17 maggio (vale a dire in occasione della manifestazione
indetta dall’opposizione albanofona a Skopje).

L”identificazione dei sospetti ha permesso
di stabilire che erano quasi tutti ex membri dell” UÇK (l’Esercito di
Liberazione del Kosovo). [1]

Il covo del gruppo
armato a Kumanovo, dopo l”aggressione.

Tra questi troviamo:

• Sami Ukshini detto “Comandante Sokoli”,
la cui famiglia ha svolto un ruolo storico in seno all’ UÇK.

• Rijai Bey, ex guardia del corpo di Ramush
Haradinaj (lui stesso trafficante di droga, capo militare del dell”UÇK e poi Primo
Ministro del Kosovo. Fu processato due volte dal Tribunale penale
internazionale per l”ex Jugoslavia per crimini di guerra, ma assolto perché 9
testimoni cruciali furono uccisi durante il suo processo).

• Dem Shehu, attuale guardia del corpo del
leader e fondatore del partito BDI albanese, Ali Ahmeti.

• Mirsad Ndrecaj detto il “Comandante della
NATO”, nipote di Malic Ndrecaj comandante della 132ma Brigata dell” UÇK.

I principali responsabili di questa
operazione, tra cui Fadil Fejzullahu (morto durante l”assalto) sono vicini all”ambasciatore
degli Stati Uniti a Skopje, Paul Wohlers.

Fadil Fejzullahu,
un leader del gruppo armato è morto durante l”assalto, qui con il suo capo,
l”ambasciatore degli Stati Uniti a Skopje Paul Wohlers.

Quest”ultimo è figlio di un diplomatico
statunitense, Lester Wohlers, che ha giocato un ruolo importante nella
propaganda atlantista e ha diretto il dipartimento cinema della US Information
Agency. Il fratello di Paul, Laurence Wohlers, è attualmente ambasciatore
presso la Repubblica Centrafricana. Lo stesso Paul Wohlers, ex pilota della US
Navy, è uno specialista di controspionaggio. È stato vice direttore del Centro
per le operazioni del Dipartimento di Stato (ossia il servizio di sorveglianza
e protezione dei diplomatici).

Sebbene la
Macedonia non faccia parte della Nato, Jens Stoltenberg “seguiva”
l”operazione di polizia a Kumanovo.

Perché non v”è alcun dubbio circa i
mandanti, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, è intervenuto persino
prima della fine dell”assalto. Non per dichiarare la propria condanna del
terrorismo e il suo sostegno al governo costituzionale di Macedonia, ma per
trasformare il gruppo terroristico in un”opposizione etnica legittima: «È con grande preoccupazione che seguo gli
eventi in corso a Kumanovo. Rivolgo le mie condoglianze alle famiglie delle
persone uccise o ferite. È importante che tutti i dirigenti politici e
responsabili di comunità lavorino insieme per riportare la calma e procedano a
un”indagine trasparente per determinare quel che è accaduto. Faccio vivamente
appello a tutti affinché diano prova di moderazione e evitino un”ulteriore
escalation, nell”interesse del paese e dell”intera regione.»

Bisogna essere ciechi per non capire.

Quando era
governatore della regione di Strumica, Zoran Zaev è stato accusato di aver
favorito la costruzione di un centro commerciale e arrestato per corruzione.
Per sostenerlo, il suo partito si ritirò dal Parlamento. Alla fine, fu graziato
dal Presidente della Repubblica, Branko Crvenkovski, che allora presiedeva il
suo partito. È stato eletto presidente del SDSM a giugno 2013.

Nel mese di gennaio 2015, la Macedonia
sventava un tentativo di colpo di Stato in favore del capo dell”opposizione, il
socialdemocratico Zoran Zaev. Quattro persone venivano arrestate e Zaev si
vedeva confiscare il suo passaporto, intanto che la stampa atlantista cominciava
a denunciare una “deriva autoritaria
del regime”
(sic).

Zoran Zaev è pubblicamente sostenuto dalle
ambasciate degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Germania e dei Paesi
Bassi. Ma non cӏ finora nessuna altra traccia nel tentativo di golpe che della
responsabilità degli Stati Uniti.

Il 17 maggio, il partito socialdemocratico
(SDSM) [2] di Zoran Zaev doveva organizzare una manifestazione. Doveva
distribuire 2.000 maschere in modo da impedire alla polizia di identificare i
terroristi in mezzo al corteo. Durante l”evento, il gruppo armato camuffato con
queste maschere doveva attaccare varie istituzioni e lanciare una pseudo
“rivoluzione” di piazza paragonabile a quella della Maidan di Kiev.

Questo colpo di Stato era coordinato da
Mile Zechevich, un ex dipendente di una delle fondazioni di George Soros.

Per comprendere l”urgenza di Washington di
rovesciare il governo di Macedonia, dobbiamo tornare alla guerra dei gasdotti.
Per la politica internazionale è una grande scacchiera dove ogni movimento di
un pezzo provoca conseguenze sugli altri.

La
guerra del gas

Il gasdotto Turkish
Stream dovrebbe passare attraverso la Turchia, la Grecia, la Macedonia e la
Serbia per rifornire l”UE del gas russo. Su iniziativa del presidente ungherese
Viktor Orbán, i ministri degli Esteri dei paesi coinvolti si sono incontrati il
7 aprile a Budapest per coordinarsi di fronte agli Stati Uniti e all”Unione
europea.

Dal 2007, gli Stati Uniti tentano di
tagliare le comunicazioni tra la Russia e l”Unione europea. Sono riusciti a
sabotare il progetto South Stream,
costringendo la Bulgaria ad annullare la sua partecipazione, ma il 1° Dicembre
2014, in mezzo alla sorpresa generale, il presidente russo Vladimir Putin ha
lanciato un nuovo progetto riuscendo a convincere il suo omologo turco Recep Tayyip
Erdoğan a fare un accordo con lui, benché la Turchia sia un membro della NATO
[3]. Si era convenuto che Mosca avrebbe consegnato del gas ad Ankara, che a sua
volta ne consegnerebbe all”Unione europea, aggirando l”embargo anti-russo di
Bruxelles. Il 18 aprile 2015, il nuovo primo ministro greco, Alexis Tsipras, dava
il suo gradimento affinché il gasdotto attraversasse il suo paese. [4] Il primo
ministro macedone, Nikola Gruevski, aveva – a sua volta – discretamente
negoziato nel mese di marzo. [5] Infine, la Serbia, che faceva parte del progetto
South Stream, aveva indicato al
ministro dell”Energia russo Aleksandar Novak, quando lo ha ricevuto a Belgrado ad
aprile, che anche il suo paese era pronto a passare alla progetto Turkish
Stream
[6] .

Per fermare il progetto russo, Washington
ha moltiplicato le iniziative:

– In Turchia, sostiene il CHP contro il presidente
Erdoğan sperando di fargli perdere le elezioni;

– in Grecia, l”8 maggio ha inviato Amos
Hochstein, direttore dell”Ufficio delle risorse energetiche, per richiamare il
governo Tsipras affinché rinunci al suo accordo con Gazprom;

– ha previsto – a ogni buon conto – di
bloccare il tracciato del gasdotto piazzando uno dei suoi fantocci al potere in
Macedonia;

– in Serbia, ha rilanciato il progetto di
secessione del pezzo di territorio che permette la giunzione con l”Ungheria, la
Vojvodina. [7]

Ultima osservazione e non di minor conto:
il Turkish Stream alimenterà l’Ungheria e l’Austria mettendo fine al progetto
alternativo mediato dagli Stati Uniti con il presidente Hassan Rouhani (contro il
parere delle Guardie Rivoluzionarie) basato sull’approvvigionamento di gas iraniano
[8].

NOTE

[1] «L’UÇK, une armée kosovare sous encadrement allemand», par Thierry
Meyssan, Réseau Voltaire, 15 avril 1999.

[3] «Come Vladimir Putin haribaltato la strategia della NATO», di Thierry Meyssan, Оdnako
(Russia), Réseau Voltaire, Megachip, 8 dicembre 2014.

[4] “Möglicher Deal zwischen Athen und Moskau : Griechenland hofft auf russische Pipeline-Milliarden”, Von Giorgos Christides, Der
Spiegel
, 18. April 2015.

[5] “Геннадий Тимченко задержится на Балканах. Вместо South Stream “Стройтрансгаз” построит трубу в Македонии”, Юрий Барсуков, Коммерсант, 12 марта 2015 r. Version française : «La Russie construira un gazoduc en Macédoine», Visions
de la Russie
, 13 mars 2015.

[7] «La Voïvodine, prochain pseudo-État en Europe?», par Wayne Madsen, Traduction Milko
Terzić, Strategic Culture Foundation (Russie), Réseau Voltaire,
18 février 2015.

[8] «Dietro l’alibianti-terrorismo, la guerra del gas nel Levante», di Thierry Meyssan, Réseau
Voltaire
, Megachip, 29 settembre
2014.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO

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