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Le “larghe intese” contro la democrazia

'La “democrazia austeritaria” vuole un popolo inerte, frastornato da media venduti e bugiardi. Dall''austerity alla miitarizzazione della ValSusa
'

Le “larghe intese” contro la democrazia
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22 Settembre 2013 - 22.29


ATF

di
Andrea Pinna
.

Assistiamo
increduli alla militarizzazione e,nel contempo, alla riesumazione di
fenomeni appartenenti agli oscuri recessi del secolo scorso (il
terrorismo, le Brigate rosse), per recintare,isolare e distruggere la
solidarietà civile e politica nata intorno al Movimento No-Tav
che,va ricordato, è movimento di massa, che coinvolge buona parte
del popolo della Val di Susa con in testa molti dei suoi sindaci.

Proviamo
a mettere in fila alcuni fatti che,in questi ultimi giorni hanno
assunto un”improvvisa ma non inaspettata accelerazione.

Due
sconosciuti detenuti per fatti di terrorismo
– e che dunque, si
suppone, siano sottoposti ad un regime particolarmente severo di
isolamento comunicativomettono tranquillamente su
internet un messaggio eversivo
che oggettivamente ha il solo
scopo (cui prodest?) di disegnare un’equazione tra
terrorismo e movimento No-Tav, che – ribadiamolo –
è opposizione di massa, non violenta, a un inutile e costoso
progetto di scempio ambientale, che vuole prepotentemente e
militarmente imporsi sul diritto alla salute e ad altri superiori
valori costituzionali difesi strenuamente da un’intera comunità.

Nel
frattempo si tiene a Torino un incontro, che ha tutto il contorno di
un gabinetto di guerra, tra il capo della Polizia e numerosi questori
di ben tre Regioni, intanto che il Governo dispone di rinforzare la
militarizzazione della Valle con un ulteriore contingente
dell’Esercito (altri 200 Alpini).

Se
non fosse un fatto tremendamente serio,ci sarebbe da ridere di fronte
a questa grottesca esibizione muscolare contro risibili infiltrazioni
“guerrigliere” ,amplificate ad arte per nascondere una realtà
che va celata: ovvero che si vuole intimorire, dividere e
all’occorrenza violentemente reprimere un intero popolo, che
difende il suo equilibrio con la Natura e che rivendica il diritto a
decidere democraticamente (magari con un referendum) cosa è
bene e cosa è male per la comunità della Val Susa.

Per
ulteriore rinforzo, e con la fattiva collaborazione di media
servili
, un ministro dell’Interno che in un paese
passabilmente civile sarebbe stato da tempo dimissionato (l’affair
kazako,la pregressa ed eversiva chiassata contro la magistratura
milanese ) accusa Stefano Rodotà, insigne costituzionalista e
giurista dei beni comuni, di quasi-contiguità col terrorismo.

La
surrealtà dello scenario non deve esimere dal ricordare il ruolo
che, suo malgrado, il professor Rodotà ha recentemente assunto quale
possibile Presidente della Repubblica, espressione di una nuova
maggioranza democratica, soffocata sul nascere dalla minoranza delle
“larghe intese”, con la regia del bi-Presidente Napolitano,
che – fra i tanti demeriti – vanta anche quello di aver
ostentatamente rifiutato l’incontro richiestogli dai sindaci no-tav
lo scorso anno.

Il
vuoto di democrazia è intanto plasticamente rappresentato dalla
concomitante, ennesima implosione di un partito che si
vuole Democratico e che consuma le sue (residue) esangui forze
in risse intestine che ne fanno oggetto d’involontaria, amara
comicità. In un simile contesto è purtroppo possibile ogni
avventura antipopolare con pessimi ingredienti:
un mix di “pilota
automatico”
manovrato a Francoforte e di cingolati
nostrani, che la Costituzione vuole a presidio difensivo dalla
minaccia esterna e che, per ironia della storia e concretezza di
esplicitati e non di meno irricevibili interessi, vengono rivolti
contro il popolo sovrano.

La
“democrazia austeritaria” (che ha approvato in pochi
minuti il c.d. patto fiscale, mettendo una pietra tombale sul
futuro del Paese) ha bisogno di un popolo inerte, scoraggiato,
frastornato da media petulanti,venduti quanto bugiardi.

L’esatto
contrario della comunità di Val Susa, che con intelligenza e
passione, ha costruito alleanze ed egemonia. Per questo vogliono
chiuderle bocca e pensiero, isolandola e passivizzandola.

Il
dovere di ognuno di noi è quello di consolidare e rafforzare la
fattiva solidarietà con il popolo valsusino; la lezione che
viene dalla Grecia è una sola: voltare la faccia dall’altra parte
– oltre che vile – sarebbe terribilmente miope.

Andrea
Pinna,
Alternativa-Ferrara

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