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Umberto Eco, il web dei ricchi e il web dei poveri

'Ma Umberto Eco conosce il dibattito sulla ''net neutrality'' e sul ''digital divide''? Anche lui parla come in un bar di provincia e non se ne rende conto. [Glauco Benigni]'

Umberto Eco, il web dei ricchi e il web dei poveri
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13 Giugno 2015 - 23.22


ATF

di
Glauco Benigni*
.

Ma
Umberto Eco conosce il dibattito sulla “net neutrality”
e sul “digital divide”?

In
fondo anche lui parla come se fosse in un bar di provincia e non se
ne rende conto .

Ho
letto le recenti affermazioni di Umberto Eco: «I social media danno
diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al
bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività.
Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di
parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli»
. E vedo
che si attiva un dibattito nel corso del quale ci si concentra sul
dito (Eco-pensiero) che indica la Luna (il Web).


E
allora mi meraviglio, per tante ragioni.


1) È possibile che Eco riduca il
Web a Chi sa cosa dire e Chi
balbetta banalità
?

2)
Eco non si è accorto che le grandi banalità e le grandi bufale che
danneggiano la collettività non le sparano quelli che lui definisce
imbecilli, ma soprattutto i grandi organizzatori del consenso e
dei consumi di massa
?

3)
Perché un Grande Vecchio illustre usa così maldestramente il suo
carisma e la sua autorevolezza per banalizzare una realtà
molto più ampia di quella da lui descritta?

4)
Perché nell”occasione non spara (anche) contro la tossicità immessa
nel web dalla pubblicità ossessiva inquinante?

5)
Perché rinviene il bipolo vero-falso solo nei dialoghetti da
bar/social media e non (anche) nei lanci di notizie bufala delle
grandi agenzie di news e degli opinionisti
da nuovo ordine mondiale?

Non
posso credere che Eco sia diventato un neo-aristocratico senza
averne consapevolezza.

E
mi rattristo che il dibattito non si estenda ai temi strategici, come la “governance” della Rete.
Comunque è banale/arrogante definire “imbecilli” una
moltitudine di individui, che nella palestra della libertà di
pensiero – costruita al contempo dai martiri e dalle corporations –
sta maldestramente sperimentando la propria lecita facoltà di
espressione.

Alle
Nazioni Unite, al G20 e all”ICANN
questa porzione del dibattito sul Web si chiama Net neutrality e Digital divide. Viene
affrontata con una “compassione” ben più documentata e
seria di quella espressa da Eco e in quei Convegni le argomentazioni
di Eco non sono definite “da imbecilli” ma “da accademici
di periferia politically incorrect“. Nel mondo di chi riflette sul futuro della Rete e ha a cuore un principio di democrazia l”incubo più minaccioso è rappresentato da quelli che lavorano per rafforzare un divario fra un Web ”dei ricchi” e un ”web dei poveri”




* Il giornalista e sociologo Glauco Benigni ha pubblicato nel 2015 – sia in versione ”ebook” sia ”print on demand” – Tutto è nella Rete, la Rete è nel tuttoil primo dei quattro volumi della serie “Web nostrum”: una descrizione dettagliata della Rete e dei suoi effetti nella nostra vita di tutti i giorni (editore GoWare, Firenze).




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