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Guerra, anzi Superguerra: il decalogo imperialista

'Nel libro ''La guerra infinita'' scrivevo, nel lontano 2002, queste cose. Le ripropongo qui perché magari potrebbero essere utili per il futuro. [Giulietto Chiesa]
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Guerra, anzi Superguerra: il decalogo imperialista
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9 Dicembre 2014 - 21.02


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di Giulietto Chiesa.

Scrivevo, nel lontano 2002 queste cose. Le ripropongo qui perché magari potrebbero essere utili per il futuro.

“Ecco dunque il decalogo che ha creato l’Impero e che ci ha portato alla guerra, anzi alla Superguerra:

1) Fai in modo che la tua moneta sia l’insostituibile moneta di riserva per tutti, o quasi tutti, gli altri paesi.

2) Non tollerare alcun controllo esterno sulla tua creazione di moneta. Potrai così finanziare i tuoi deficit commerciali con il resto del mondo, rendendoli praticamente illimitati.

3) Definisci la tua politica monetaria in base, esclusivamente, ai tuoi interessi nazionali e mantieni gli altri paesi in condizioni di dipendenza dalla tua politica monetaria.

4) Imponi un sistema internazionale di prestiti a tassi d’interesse variabile espressi nella tua valuta. I paesi debitori in crisi dovranno ripagarti di più proprio quando la loro capacità di pagare è minore. Li avrai in pugno.

5) Mantieni nelle tue mani le leve per determinare, all’occorrenza, situazioni di crisi e d’incertezza in altre aree del mondo. Stroncherai sul nascere ogni eventuale aspirante competitore.

6) Imponi, con ogni mezzo, la massima competizione tra esportatori del resto del mondo. Avrai un afflusso d’importazioni a prezzi decrescenti rispetto a quelli delle tue esportazioni.

7) Intrattieni i migliori rapporti con le élite e le classi medie degli altri paesi, a prescindere dalle loro credenziali democratiche,
perché esse sono decisive per sostenere la tua architettura. E’
essenziale che le élite e le masse di quei paesi non si uniscano attorno
a idee di sviluppo nazionale, o comunque ostili al tuo dominio e alla
tua egemonia.

8) Promuovi con ogni mezzo una totale mobilità dei capitali,
insieme alla libertà d’investimento internazionale. In questo modo i
capitali, nelle condizioni sopra delineate, verranno al tuo indirizzo
perché è il luogo migliore, il più sicuro e il più redditizio. Quanto
agli investimenti esteri, assicurati che le tue corporations possano
liberamente soccorrere le élites nazionali nella gestione delle loro
proprietà finanziarie, dell’educazione privata e pubblica, della tutela
della salute, dei sistemi pensionistici, ecc.

9) Promuovi con ogni mezzo il libero commercio. Esso varrà per tutti, cioè per gli altri, che non potranno sottrarvisi, mentre tu lo applicherai se e quando ti converrà.

10) Per controllare che tutto ciò si realizzi ordinatamente, senza
conflitti troppo evidenti, ti occorre una struttura di istituzioni
sovranazionali che all’apparenza si presentino come riunioni di membri a
pari diritto. Darai l’impressione di rispettare un certo pluralismo, mantenendo il loro finanziamento e il loro controllo nelle tue mani”.



Aggiungevo questa noterella: “I piani si formano camminando, nella pratica, ma ci vogliono gli intellettuali per dar loro una forma, per magnificarli agli occhi del pubblico, per nobilitarli e spiegarli. Bisogna formarli, questi propagandisti, convincerli e, se necessario, comprarli, corromperli. E poi bisogna togliere di mezzo gli ostacoli, i testardi, gli increduli, i cacasenno. Con le buone, se è possibile, altrimenti con le cattive”. (La guerra infinita, Feltrinelli).

Edward Snowden non era ancora apparso all’orizzonte
e, dunque non sapevamo che “loro” potevano sapere tutto quello che
facciamo  prima ancora che cominciamo a farlo. Basta che ne sospiriamo.
Vale anche per la signora Merkel e per il nostro Matteo. Ma, se non ci fossero stati i giornalisti e gli economisti,
come avrebbe potuto realizzarsi un tale sogno? Infatti si è realizzato.
Adesso, però bisogna andarlo a spiegare agli altri sei miliardi.

Fonte:  http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/09/guerra-anzi-superguerra/1258467/.

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