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America divisa, Europa divisa

'Ci sono nuove condizioni. Son l''effetto di una crisi politica a Washington, dove la recente incursione di Netanyahu ha provocato un terremoto [Giulietto Chiesa]'

America divisa, Europa divisa
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27 Marzo 2015 - 21.08


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di
Giulietto Chiesa
.

L’iniziativa
di Mosca
di ospitare una consultazione sul “processo di
pacificazione” in Siria sembra indicare l’apertura di
uno spazio negoziale
che, fino a poche settimane fa pareva
impossibile.

Se
il Cremlino si muove in questa direzione è perché si sono create
condizioni che prima non esistevano. Esse sono l’effetto di una
evidente crisi politica a Washington, dove la recente
incursione di Netanyahu ha finito per provocare un vero e
proprio terremoto.

Barack
Obama
, attaccato e provocato in casa propria, ha dovuto reagire.
Se non riesce a fermare la linea di marcia del futuro, e
riconfermato, premier israeliano, gli Stati Uniti si troveranno di
fronte a una situazione che Obama non considera accettabile. Peggio:
una situazione che sta diventando pericolosa per gli stessi
interessi americani
.

Netanyahu
è stato chiaro: l’obiettivo deve essere quello di “fermare
Teheran”
, ad ogni costo; nessuno stato palestinese, né
ora, né mai; liquidare definitivamente Bashar al-Assad.

Tre
colpi di cannone, tutti e tre sparati contro l’Iran
.

Su
questo ha ottenuto l’ovazione del Senato americano, ora dominato
dai neocon, che hanno conquistato anche un pezzo
sostanzioso del Partito Democratico.

Così
John Kerry è stato costretto a prendere in mano il volante e
a sterzare: adesso si dialoga sul serio con Bashar el-Assad
(perché non si può trattare con Teheran e, nello stesso tempo,
bombardare Damasco, ma a riconoscere questa ovvietà Barack Obama è
giunto solo quando ha percepito la minaccia interna che lo sovrasta).

Altrettanto
per quanto concerne lo Stato palestinese. E per quanto
concerne la trattativa sul contenzioso nucleare. La Casa
Bianca ha detto con chiarezza che gli insediamenti dei coloni in
Cisgiordania sono inammissibili e, ancora più significativo, ha
detto che il negoziato “nucleare” con Teheran verrà portato
avanti con determinazione.

Queste
affermazioni significano una cosa molto precisa: il presidente
americano vuole rinsaldare i legami con l’Europa, cioè con
la Germania e la Francia, proprio su questi punti. Germania (Merkel)
e Francia (Hollande) che, non a caso, stanno ormai seguendo
una linea chiaramente ostile a un riarmo di Kiev. L’esatto
contrario di quanto vogliono i neocon, la Polonia, le
repubbliche del Baltico e la Gran Bretagna.

Se
procede la linea dell’aperta ostilità verso la Russia, gli
Stati Uniti rischiano di perdere il contatto con i più importanti
partner europei.

Il
nervosismo a Berlino e Parigi, specie dopo la strana caduta
dell’aereo della
Germanwings, ha accentuato
sospetti
. Ed è subito stato visibile che il presidente ucraino
Petro Poroshenko – che ora si regge, seppure precariamente, sui
consigli di Berlino – ha silurato l’uomo di Washington, Ihor
Kolomoyskyi
. Tutti segnali che indicano come il partito della
guerra in Ucraina sta perdendo popolarità nell’Europa che conta.
Alla quale importa sempre meno quali saranno i confini statuali
futuri dell’Ucraina.

Non
solo, dunque, l’Europa è divisa. Lo è anche l’America
. E
non solo sul Medio Oriente, ma anche sull’Ucraina.

Bashar
al- Assad ha dunque ragione quando collega la crisi siriana con
quella ucraina
: in entrambi i casi l’obiettivo della coalizione
bellicosa è anche quello di indebolire la Russia.

E
la Russia tende ovviamente la mano a chi, dall’Europa e dagli USA,
vuole dialogare. La verifica si avrà a Mosca, nel processo di
pacificazione. Bashar al-Assad ringrazia.

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