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Talebani e Guantanamo: chi sono i barbari?

'Da un lato i taliban che trattano con umanità i prigionieri occidentali, dall''altro le gabbie e le torture di Guantanamo.
Dove sta l''eccezionalismo USA? (Massimo Fini)'

Talebani e Guantanamo: chi sono i barbari?
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8 Giugno 2014 - 00.15


ATF

di
Massimo Fini
.

Una
settimana fa cӏ stato uno scambio di prigionieri fra talebani e
americani. Il sergente Bowe Bergdahl, catturato in Afghanistan nel
2009, è stato liberato in cambio di cinque capi talebani detenuti a
Guantanamo, Abdul Washid, ex numero due dell”intelligence talebana,
il mulah Norullah Nori, responsabile a Mazar-e-Sharif, Mohammed Nabi,
capo della sicurezza a Qalat, Mohammad Fazl e Khairrullah Khairkhwa
uno degli uomini più vicini, a suo tempo, al “famigerato”
(termine di Guido Olimpio) Mullah Omar.

I
media occidentali hanno preferito sputtanare Bergdhal raccontando che
si era fatto catturare mentre cacava in una latrina, piuttosto che
riferire le sue parole al momento del rilascio: «
Compatibilmente
con la situazione in cui ci trovavamo, io e i miei carcerieri, sono
stato trattato bene e con rispetto».

Dichiarazione
in linea con quelle di tutti i prigionieri rilasciati dai talebani,
dal giornalista di
Repubblica
Daniele Mastrogiacomo a Céline Cordelier, operatrice della Ong
francese “Terre d”enfance” che, liberata dopo 25 giorni dirà:
«Non dimenticherò mai che mi hanno nutrito e trattata con
delicatezza e rispetto», alla giornalista inglese Yvonne Ridley che,
intrufolatasi di nascosto in Afghanistan e catturata, fu così
stupita che i suoi giovani carcerieri, tanto malfamati, non solo la
rispettassero ma fossero sinceramente preoccupati perché, in preda a
un comprensibile timore, le era venuto un blocco allo stomaco e non
riusciva a mangiare e, poi appurato che non era una spia, l”avessero
scortata, sotto i bombardamenti americani, fino alla frontiera del
Pakistan perché potesse mettersi al sicuro, che, poco dopo, si fece
musulmana.

In
quanto al fotoreporter Gabriele Torsello rapito nell”aprile del 2006,
Oari Yousuf Ahmadi, il principale portavoce del Mullah Omar,
dichiarerà all”agenzia di stampa afgana, Paihwok: «
Chiediamo
ai rapitori di liberare l”ostaggio, perché pensiamo che non sia
corretto colpire l”Italia uccidendo un cittadino innocente. I
sequestratori di Torsello sono ladri che agiscono solo per denaro
diffamando il movimento talebano. Li trascineremo davanti a un nostro
tribunale se riusciremo a prenderli»
(Corriere
della Sera
,
25/10/ 2006).

Sappiamo
come sono stati trattati i prigionieri talebani a Guantanamo.
Rinchiusi in gabbie di ferro, esposti notte e giorno alla luce dei
riflettori, alla pioggia, al freddo, al sole (trattamento già
riservato, dopo la Seconda guerra, al grande poeta Ezra Pound,
mallevadore di molti letterati statunitensi, esposto alla curiosità
della canaglia, come una bestia, perché colpevole, vivendo in
Italia, di non aver osteggiato il fascismo).

Torturati
col waterboarding , con la deprivazione del sonno, con
temperature al di là di ogni sopportazione, torture considerate
giuridicamente legittime perché fuori dal territorio Usa.
Prigionieri portati in giro in carriola per renderli ridicoli, mentre
già nel viaggio dall”Afghanistan a Guantanamo, che dura una
quindicina di ore, inchiodati al sedile, erano stati muniti di
pannoloni, per umiliarli ancora di più. E allora dov”è la «cultura
superiore»? Dov”è l’«eccezionalismo» americano rievocato anche
l”altro giorno da Obama? “Eccezionalismo” una mascheratura
terminologica del razzismo classico, poiché quello esplicito, dopo
Hitler, non è più presentabile.

Se
questo è «l”eccezionalismo americano» io ci sputo sopra. Mi fa
schifo. A me non interessano le ideologie, non mi interessa la
democrazia, mi interessa il comportamento degli uomini. E fra lo
pseudo- nero Obama, la giudiziosa mogliettina Michelle, dedita a
opere di bene, e il truce Mullah scelgo Omar.

Io
mi sento, io sono talebano.

Fonte:
Il Fatto Quotidiano, 7 luglio 2014.

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