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Lettera da Gaza di un medico norvegese

'Carissimi, l''invasione causa auto piene di persone mutilate, sanguinanti, tremanti, moribonde, con ogni tipo di di ferita: Palestinesi d''ogni età, tutti civili. Tutti innocenti.'

Lettera da Gaza di un medico norvegese
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22 Luglio 2014 - 22.12


ATF

di
Mads Gilbert
.

Carissimi
amici,

la
scorsa notte è stata estrema. L’«invasione
da terra» di Gaza si è
risolta in file e auto piene di persone mutilate, smembrate,
sanguinanti, tremanti, moribonde: Palestinesi con ogni tipo di
ferita, di ogni età, tutti civili, tutti innocenti.

Gli
eroi sulle ambulanze e in tutti gli ospedali di Gaza lavorano in
turni di 12-24 ore, grigi dalla stanchezza e il carico di lavoro
inumano (il personale dell’ospedale Shifa è senza paga, da 4
mesi), si preoccupano, fanno pronto soccorso, cercano di capire
l’incomprensibile caos di corpi, pezzi, arti, umani che possono
camminare, che non possono camminare, che respirano, che non
respirano, che sanguinano, che non sanguinano.

Ora,
ancora una volta trattati come animali dall’«esercito
più morale del mondo»
(sic!)

Ho
un rispetto senza fine per i feriti, nella loro contenuta
determinazione, in mezzo al dolore, all’agonia, allo shock; ho
un’ammirazione senza fine per il personale e i volontari, la mia
vicinanza al “sumud” (insieme di fermezza, perseveranza e
resistenza n.d.t.) palestinese mi dà forza, anche se, nei tempi di
un”occhiata, vorrei gridare, stringere qualcuno forte, piangere,
odorare la pelle e i capelli di un bambino caldo, coperto di sangue,
proteggerci in un abbraccio infinito: ma non possiamo permettercelo,
né possono loro.

Facce
grigio cenere – Oh NO! Non ancora altri carichi di decine di
mutilati e persone sanguinanti, abbiamo ancora laghi di sangue in
emergenza, pile di bende gocciolanti, fradice di sangue da pulire –oh
– gli addetti alle pulizie, ovunque, che spalano rapidamente il
sangue e i fazzoletti scartati, i capelli, gli abiti, le cannule –
ciò che è avanzato dalla morte – tutto portato via … per essere
di nuovo pronti, per ripetere tutto daccapo. Nelle ultime 24 ore sono
arrivati allo Shifa oltre 100 casi. Già troppo per un grande e ben
allenato ospedale che abbia tutto, ma qui… qui non c’è quasi
niente: niente elettricità, acqua, monouso, medicinali, tavoli
operatori, strumenti, monitor – tutto arrugginito come se fosse
stato preso da musei sugli ospedali di una volta. Ma loro non si
lamentano, questi eroi. Vanno avanti, come guerrieri, a testa alta,
enormemente risoluti.

E
mentre vi scrivo questa lettera, solo, su un letto, le mie lacrime
scorrono, le calde ma inutili lacrime di dolore e lutto, di rabbia e
paura. Non sta succedendo!

E
poi, proprio ora, l’orchestra della macchina da guerra israeliana
ricomincia con la sua sinfonia raccapricciante, proprio ora: salve di
artiglieria dalle navi militari sulle coste, i ruggenti F-16, i
nauseanti droni (in Arabo “Zennanis”, i martelli) e gli
schiamazzanti Apache. Tutto questo costruito e pagato con i soldi
degli USA.

Signor
Obama – ha un cuore?

La
invito – passi una notte – una sola notte – con noi allo Shifa.
Camuffato da uomo delle pulizie, magari.

Sono
convinto, al 100%, che cambierebbe la Storia.

Nessuno
con un cuore E il potere potrebbe andare via dopo una notte allo
Shifa senza essere determinato a porre fine al massacro dei
Palestinesi.

Ma
quelli senza cuore e senza pietà hanno fatto i loro calcoli e
pianificato un altro assalto “dayia” a Gaza.

Fiumi
di sangue continueranno a scorrere la prossima notte. Posso sentire
che hanno accordato i loro strumenti di morte.

Per
favore. Faccia quello che può. Questo, QUESTO non può continuare.

Mads
Gilbert
MD PhD

Professore
e Direttore Clinico

Clinica
della Medicina di Emergenza

Ospedale
Universitario della Norvegia del Nord

Traduzione
a cura di Marisa Conte per We
are All on The Freedom Flotilla/2
con alcune integrazioni della
Redazione di Megachip

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