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Gaza e le macchine della propaganda

Lettera-manifesto pubblicata sul Guardian del 15 agosto da sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti allo sterminio nazista. A cura di Joseph Halevi.

Gaza e le macchine della propaganda
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25 Agosto 2014 - 14.59


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Lettera-manifesto pubblicata sul Guardian del 15 agosto da sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti allo sterminio nazista.

A cura di Joseph Halevi* (traduzione del documento e commento)

In qualità ebrei sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti e
vittime del genocidio nazista, condanniamo inequivocabilmente il
massacro dei palestinesi a Gaza e la continuazione dell’occupazione e
colonizzazione della Palestina storica. Noi altresì condanniamo gli
Stati Uniti per fornire a Israele i finanziamenti necessari ad attuare
l’attacco, nonché condanniamo i paesi occidentali più in generale per
usare il loro peso diplomatico al fine di proteggere Israele da
condanne. I genocidi cominciano col silenzio del mondo.


Siamo allarmati dall’estrema e razzista disumanizzazione dei palestinesi
da parte della società israeliana che ha raggiunto livelli febbrili.
Politici e opinionisti nel Times of Israel e nel Jerusalem Post hanno
apertamente chiesto il genocidio dei palestinesi, mentre israeliani di
destra adottano gli emblemi nazisti.


Siamo inoltre disgustati e indignati dall’abuso su queste pagine della
nostra storia operato da Elie Wiesel (advertisement, 11 August; Report,
11 August) volto a promuovere delle palesi falsità usate per
giustificare l’ingiustificabile: il massiccio sforzo di Israele per
distruggere Gaza e l’assassinio di circa 2.000 palestinesi, con molte
centinaia di bambini. Nulla può giustificare il bombardamento di rifugi
dell’ONU, di abitazioni civili, di ospedali e di università. Nulla può
giustificare il privare la gente dell’elettricità e dell’acqua.


Dobbiamo levare le nostri voci collettive e usare il nostro potere per
por fine ad ogni forma di razzismo compreso il genocidio in corso del
popolo Palestinese. Chiediamo l’immediata cessazione del blocco di Gaza.
Chiediamo un completo boicottaggio economico, culturale e accademico di
Israele. «Mai più» deve significare «mai più per tutti».

—-

Commento alla lettera

Importanza della lettera manifesto dei sopravvissuti e
discendenti dei sopravvissuti allo sterminio nazista contro la politica
israeliana nei confronti della popolazione di Gaza definita,
giustamente, come politica di genocidio.

(1) Vi sono e vi sono state da sempre eminenti personalità di origine
ebraica ed anche ebrei praticanti che hanno preso le distanze da
Israele. A mio avviso la persona più di spicco in tal senso fu Yeshayahu
Leibowitz (Riga, Lettonia, 1903, Gerusalemme 1994) fondatore e
direttore della Encyclopaedia Hebraica nonchè professore di biochimica.
Molto religioso ed anche molto laico Liebowitz sostenne la tesi che
stato e religione devono essere rigidamente separati e che lo Stato
d’Israele non ha nulla a che vedere con la religiosità ebraica. Dopo la
massacro da parte dell’esercito israeliano di civili nel villaggio
palestinese di Qibya in Giordania nel 1955 (massacro che Ben Gurion negò
fosse stato commesso dall’esercito attribuendolo a dei coloni, invece,
grazie alla battaglia dei comunisti israeliani, emerse che fu l’unità di
Sharon ad everlo effettuato con l’approvazione del comando centrale)
Liebowitz sviluppò una critica crescente all’intero apparato politico
statuale di Israele. Nel 1968, dopo la guerra dei 1967 scrisse che
israele sarebbe diventato uno stato oppressore e l’esercito una forza di
repressione coloniale. Fu, in conseguenza, il primo a denunciare
tendenze nazifasciste nella stessa politica statuale di Israele.

Vi sono anche stati manifesti e dichiarazioni di gruppi di ebrei precedenti all’attuale manifesto.

(2) Tuttavia il contesto dell’attuale lettera-manifesto ed il
collegamento diretto dei suoi firmatari con lo sterminio nazista assume
un peso enorme. In quanto:

(a) fa risaltare con forza il fatto che è illegittimo e falso ascrivere
ad Israele una eredità morale dell’ “Olocausto”. Lo Stato di Israele
deve essere giudicato per quello che fa e non può ergersi a
rappresentante “degli ebrei”. La DURISSIMA E VALIDISSIMA CRITICA A ELIE
WIESEL E’, IN QUESTO CONTESTO, FONDAMENTALE, perchè Elie Wiesel è uno
dei principali propagatori dell’ideologia fondata sull’osmosi tra ebrei e
Israele, tra eredità della Shoa e Israele. La lettera-manifesto fa
esplodere questa ideologia.

(b)Le azioni di Israele vengono valutate per quello che sono: azioni
risultanti dal colonialismo israeliano, chiamato così senza mezzi
termini, volte a far perdurare l’occupazione e che comportano, a loro
volta, azioni di natura genocida nei confronti della popolazione
palestinese di Gaza. Anche questo detto in chiaro dai sopravvissuti (e
dai loro discendenti) al grande genocidio perpetrato dai nazisti. “Mai
più” deve essere “mai più” per TUTTI. Non c’è specificità ebraica o di
qualsiasi altro gruppo di popolazione nell’applicazione del “mai più”.

*Joseph Halevi ha firmato il documento, essendo stati 3 dei quattro nonni vittime dello sterminio nazista.

Tratto da: http://www.syloslabini.info/online/gaza-e-le-macchine-della-propaganda.

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