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Pepe Escobar.
paradiso delle decapitazioni. Ma
questo incubo in termini di Pubbliche Relazioni è il minore di tutti i problemi
durante una crisi petrolifera. cuore della questione
è (che altro potrebbe essere?) l”oro
nero.
l”intera strategia energetica della Casata
dei Saud si è condensata nel limare i prezzi della sua produzione di
petrolio, a qualunque costo, perfino emettendo obbligazioni per coprire i suoi massicci
deficit.
la strategia è stata spostata un passo in avanti attraverso una flagrante provocazione:
l”esecuzione del religioso sciita Nimr al-Nimr.
Casata dei Saud ritiene che nel rinfocolare un confronto fra Riad e Teheran possa
aumentare il fattore paura nella sfera delle forniture petrolifere, portando
a prezzi del petrolio più elevati (di cui ha bisogno), pur serbando il Santo Graal
wahhabita del tenere fuori dal mercato l”imminente
dall”inizio, Riad ha scommesso sulla possibilità di ulteriori sanzioni in materia di energia a carico dell”Iran nel
caso in cui Teheran avesse risposto con forza alle sue provocatorie
decapitazioni. [1].
commercia nel Golfo Persico ha confermato che il bilancio preventivo saudita del
2016 si basa su un prezzo medio del greggio di appena 29 dollari al barile, come ha riferito per
prima la Jadwa Investment a Riad.
prospettiva del dilemma del bilancio
che tocca in sorte alla dinastia saudita, tutto ciò risulta assolutamente
insostenibile. La Casata dei Saud
è il più grande esportatore di petrolio dell”OPEC. suprema hybris consiste nel negare
all”Iran qualsiasi margine di manovra nelle esportazioni, che sarÃ
inevitabile soprattutto nella seconda metà del 2016.
la strategia del petrolio a prezzo basso non riguarda solo l”Iran: è ancora
parte della guerra petrolifera contro la Russia.
nondimeno, qualcuno non sta facendo bene
i conti a Riad. La
strategia saudita del petrolio a prezzo basso ha punito sin qui la Russia – il
secondo produttore mondiale di petrolio – malamente.
può ipotizzare che la strategia del basso prezzo del petrolio della dinastia
saudita sia stata un harakiri wahhabita al rallentatore fin dall”inizio (il che,
tra l”altro, non è certo cosa che ci dispiaccia.)
Saud è crollato. Riad
sta finanziando una guerra impossibile da vincere e costosissima nello Yemen, sta finanziando e armando fino
ai denti ogni sorta di salafiti-jihadisti in Siria, e sta spendendo una”immensa fortuna per sostenere al-Sisi in
Egitto contro ogni possibile offensiva
di Daesh (Stato Islamico) e/o dei Fratelli Musulmani.
Come
se non bastasse, all”interno del regno, la successione è un casino reale, con il figlio trentenne
di re Salman, Mohammad bin Salman, in
veste di guerriero in capo, che ogni santo giorno si annuncia strepitosamente con
un amalgama tossico di arroganza e
incompetenza.