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Scudo e missili USA in Romania e Polonia

L’azienda Lockheed Martin: è un sistema d’offesa. Obama brinda con il Nord-Europa a protezione del Baltico (e del TTIP) [Manlio Dinucci]

Scudo e missili USA in Romania e Polonia
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15 Maggio 2016 - 21.07


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di Manlio Dinucci.



Nell’incontro con i governanti di Svezia, Danimarca, Finlandia,
Islanda e Norvegia, il 13 maggio a Washington, Obama ha denunciato «la
crescente presenza e postura militare aggressiva della Russia nella
regione baltico/nordica». 

Siamo, si badi bene, al confine russo prima
protetto dal Patto di Varsavia
, ma ora tutti i paesi dell’ex socialismo
realizzato sono entrati nella NATO che pericolosamente, come ha
dimostrato il disastro della crisi in Ucraina, si allarga ad est intorno
alla frontiera russa. 

Di chi è la postura militare? 

E Obama ha
riaffermato l’impegno americano per la «difesa collettiva dell’Europa».
Dimostrato con i fatti il giorno prima, quando alla base aerea di
Deveselu in Romania è stata inaugurata la «Aegis Ashore», installazione
terrestre del sistema missilistico Aegis degli Stati uniti.


Il segretario della NATO Jens Stoltenberg, alla cerimonia con il
vice-segretario USA alla Difesa Robert Work e al premier rumeno Dacian
Ciolos
, ha ringraziato gli Stati uniti perché con tale installazione,
«la prima del suo genere con base a terra», essi accrescono notevolmente
la capacità di «difendere gli alleati europei contro missili balistici
dall’esterno dell’area Euro-Atlantica».


Ha annunciato quindi l’inizio dei lavori per realizzare in Polonia
un’altra «Aegis Ashore»
, analoga a quella entrata in funzione in
Romania. Le due installazioni terrestri si aggiungono a quattro navi
lanciamissili del sistema Aegis che, dislocate dalla U.S. Navy nella
base spagnola di Rota, incrociano nel Mediterraneo, Mar Nero e Mar
Baltico; a un potente radar Aegis installato in Turchia e a un centro di
comando in Germania.


Affermando che «il nostro programma di difesa missilistica
rappresenta un investimento a lungo termine contro una minaccia a lungo
termine», il segretario della NATO assicura che «questo sito in Romania,
come quello in Polonia, non è diretto contro la Russia». Fornisce
quindi una spiegazione tecnica: la base in Romania, che «usa una
tecnologia quasi identica a quella usata sulle navi Aegis della U.S.
Navy», è dislocata «troppo vicino alla Russia per poter intercettare i
missili balistici intercontinentali russi».


Qual è la tecnologia a cui si riferisce Stoltenberg? Sia le navi che
le installazioni terrestri Aegis sono dotate di lanciatori verticali Mk
41 della Lockheed Martin, ossia tubi verticali (nel corpo della nave o
in un bunker sotterraneo) da cui vengono lanciati i missili intercettori
SM-3. È il cosiddetto «scudo», la cui funzione è in realtà offensiva

Se gli USA riuscissero a realizzare un sistema affidabile in grado di
intercettare i missili balistici, potrebbero tenere la Russia sotto la
minaccia di un first strike nucleare, fidando sulla capacità dello
«scudo» di neutralizzare gli effetti della rappresaglia. 

In realtà la
Russia e anche la Cina stanno adottando una serie di contromisure, che
rendono impossibile intercettare tutte le testate nucleari di un attacco
missilistico. A che serve allora il sistema Aegis schierato in Europa,
che gli Usa stanno potenziando?


Ce lo spiega la stessa Lockheed Martin. Illustrando le
caratteristiche tecniche del sistema di lancio verticale Mk 41 – quello
installato sulle navi lanciamissili Aegis e ora anche nella base di
Deveselu – sottolinea che esso è in grado di lanciare «missili per tutte
le missioni: anti-aeree, anti-nave, anti-sottomarino e di attacco
contro obiettivi terrestri». Ogni tubo di lancio è adattabile a
qualsiasi missile
, compresi «quelli più grandi per la difesa contro i
missili balistici e quelli per l’attacco a lungo raggio». Si specificano
anche i tipi: «lo Standard Missile 3 (SM-3) e il missile da crociera
Tomahawk».


La precisazione di Stolterberg che l’installazione missilistica di
Deveselu è dislocata «troppo vicino alla Russia per poter intercettare i
missili balistici intercontinentali russi», è tutt’altro che
rassicurante
. Nessuno può infatti sapere quali missili vi siano
realmente nei lanciatori verticali della base di Deveselu e in quelli a
bordo delle navi che incrociano ai limiti delle acque territoriali
russe. Non potendo controllare, Mosca dà per scontato che vi siano anche
missili da attacco nucleare. L’inaugurazione dell’installazione
missilistica USA a Deveselu può segnare la fine del Trattato sulle forze nucleari intermedie che, firmato da USA e URSS
nel 1987, permise di eliminare i missili con base a terra e gittata
compresa tra 500 e 5500 km: gli SS-20 schierati in URSS, i Pershing 2 e i
Tomahawk statunitensi schierati in Germania e Italia.


L’Europa ritorna così a un clima da guerra fredda, a tutto vantaggio
degli Stati uniti che possono in tal modo accrescere la loro influenza
sugli alleati europei. Non a caso, nell’incontro a Washington, Obama ha
evidenziato il consenso europeo a mantenere le sanzioni contro la
Russia, lodando in particolare «Danimarca, Finlandia e Svezia che, come
membri della UE, sostengono fortemente il TTIP, trattato che riaffermo
di voler concludere prima della fine dell’anno». 

Nei lanciatori
verticali della Lockheed c’è anche il missile TTIP.

Fonte: http://ilmanifesto.info/scudo-e-missili-usa-in-romania-e-polonia/.

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