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Gli occidentali vogliono la confusione per la Russia

Una probabile strategia degli USA per mantenere ed estendere la propria egemonia, rompendo l’alleanza tra Russia, Iran e Cina e costringendo la Russia ad accettare prestiti esteri.

Gli occidentali vogliono la confusione per la Russia
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Redazione Modifica articolo

17 Febbraio 2017 - 09.55


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di Paul Craig Roberts e Michael Hudson

Tradotto da ComeDonChisciotte.

Un articolo di Robert Berke su oilprice.com, che si descrive come “la
fonte numero 1 per notizie su petrolio ed energia”, illustra come
gruppi di interesse controllino i risultati a seconda di come
influenzano le scelte politiche.

L’articolo di Berke rivela come
gli Stati Uniti intendano mantenere ed estendere la propria egemonia
rompendo l’alleanza tra Russia, Iran e Cina, e privatizzando il
petrolio: ciò si traduce in paesi che perdono il controllo sulla propria
sovranità in favore delle compagnie petrolifere private che lavorano a
stretto contatto con il governo degli Stati Uniti. Trump ha castrato la
propria presidenza accettando gratuitamente le dimissioni del generale
Flynn come Consigliere per la Sicurezza Nazionale: questo schema è
probabile che sia l’approccio della presidenza per “migliorare le
relazioni con la Russia”.

Berke riferisce che Henry Kissinger ha
convinto Trump a rimuovere le sanzioni russe per allontanare Putin
dall’alleanza con Iran e Cina. Se Putin abboccasse a tale piano,
commetterebbe un errore strategico fatale da cui la Russia difficilmente
potrebbe recuperare. Tuttavia, Putin verrà messo sotto pressione per
commettere questo errore.

Una forte pressione su di lui viene
dagli integrazionisti atlantisti, che hanno un materiale interesse nelle
loro connessioni con l’Occidente e che vogliono che la Russia si
integri al mondo occidentale. Un’altra pressione viene dall’affronto che
le sanzioni rappresentano per i russi. La rimozione di questo insulto è
diventata importante per il popolo, anche se le sanzioni non recano
alcun danno materiale al paese.

Siamo d’accordo con il Presidente
Putin che le sanzioni siano in realtà un vantaggio per la Russia, dato
che l’hanno spinta in direzioni autosufficienti e verso lo sviluppo di
relazioni con Cina ed Asia. Inoltre, l’Occidente con le sue pulsioni
egemoniche utilizza relazioni economiche a fini di controllo. Scambi con
Cina ed Asia non pongono la stessa minaccia all’indipendenza russa.

Berke
dice che parte dell’accordo che viene offerto a Putin è “l’aumentato
accesso al grande mercato europeo dell’energia, il restauro finanziario
del credito occidentale, l’accesso alla tecnologia occidentale ed un
posto al tavolo decisionale globale, tutte cose che la Russia necessita e
vuole”. L’aggiunta finale alla trappola è il riconoscimento ufficiale
della “Crimea come parte della Russia”.

La Russia potrebbe desiderare tutto questo, ma è una sciocchezza dire che abbia realmente bisogno di tutto ciò.

La
Crimea fa parte della Russia, come lo è stata per 300 anni, e nessuno
può farci niente. Cosa succederebbe se il Messico non riconoscesse che
il Texas e la California facciano parte degli Stati Uniti? Niente.

L’Europa ha scarse alternative all’energia russa.

La Russia non ha bisogno di tecnologia occidentale. In effetti, la sua tecnologia militare è superiore.

E certamente non ha bisogno di prestiti occidentali. Anzi, accettarli sarebbe un atto di follia.

Che
la Russia abbia bisogno di prestiti esteri è un autoassertivo mito
occidentale. Questo mito è stato sancito dall’economia neoliberista, che
è in realtà un dispositivo per lo sfruttamento ed il controllo
occidentali su altri paesi. La minaccia più pericolosa per la Russia
sono gli economisti neoliberisti del paese.

La banca centrale
russa ha convinto il governo che finanziare progetti di sviluppo
emettendo credito creerebbe inflazione. Servono prestiti esteri,
sostiene.

Qualcuno deve insegnarle dell’economia di base prima che
il paese si trasformi in un altro vassallo occidentale. Ecco la
lezione: quando il credito della banca centrale è usato per finanziare
progetti di sviluppo, l’offerta di rubli aumenta, ma aumenta anche la
produzione. Così, beni e servizi aumentano con la fornitura di rubli.
Quando la Russia prende in prestito valute straniere provenienti
dall’estero, aumenta sì l’offerta di moneta, ma anche il debito estero.
La Russia non spende le valute estere in progetti, ma li mette nelle
riserve di valuta estera. La banca centrale emette la stessa quantità di
rubli per pagare le fatture dei progetti, come si farebbe in assenza
del prestito estero. Tutto ciò che il prestito estero fa è presentare
alla Russia un pagamento di interessi ad un creditore straniero.

Il
capitale straniero non è importante per paesi come Russia e Cina.
Entrambe sono perfettamente in grado di finanziare il proprio sviluppo.
La Cina è infatti la nazione più creditrice del mondo. I prestiti esteri
sono importanti solo per i paesi che non hanno le risorse interne per
svilupparsi e devono acquisire know-how, tecnologia e risorse
dall’estero, con valute straniere che le loro esportazioni non riescono a
portare.

Questo non è il caso della Russia, che ha grandi risorse
ed un surplus commerciale. Una spinta allo sviluppo della Cina è stato
dato dalle società americane che hanno spostato la propria produzione lì
per risparmiare su costi di lavoro e regolamentazione.

I
neoliberisti sostengono che la Russia debba privatizzare per coprire il
deficit di bilancio. Il debito pubblico russo è solo il 17% rispetto al
PIL. Secondo le misure ufficiali, il debito federale degli Stati Uniti è
104% rispetto al PIL, 6,1 volte superiore a quello della Russia. Se
venisse misurato in termini reali corretti, sarebbe 185% rispetto al
PIL.

 Secondo logica, se il massiccio debito del governo USA non è un problema, anche il piccolo debito russo non lo è.

L’articolo
di Berke è parte dello sforzo per truffare la Russia, convincendone il
governo che la sua prosperità dipende da affari (sfavorevoli) con
l’Occidente. Fino a che gli economisti neoliberisti della Russia la
penseranno così, la truffa ha possibilità di successo.

Un’altra
falsità è la convinzione che la privatizzazione porti capitale. Questa
illusione ha portato il governo russo a girare oltre il 20% della
propria compagnia petrolifera a proprietà straniere. L’unica cosa che la
Russia ha raggiunto da questo errore strategico è stata quella di
consegnare il 20% dei propri profitti da petrolio in mani straniere. In
cambio di un pagamento una tantum, la Russia ha dato via in perpetuo il
20% dei propri profitti petroliferi.

Per ripeterci, la più grande
minaccia che la Russia deve affrontare non sono le sanzioni, ma
l’incompetenza dei propri economisti neoliberisti, ai quali è stato
accuratamente fatto il lavaggio del cervello per servire gli interessi
degli Stati Uniti.

Fonte originale: [url” http://www.paulcraigroberts.org/2017/02/14/western-interests-aim-flummox-russia/”] http://www.paulcraigroberts.org/2017/02/14/western-interests-aim-flummox-russia/[/url]

Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di HMG

Tratto da: http://comedonchisciotte.org/gli-occidentali-vogliono-mandare-la-russia-in-confusione/

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