ATF
di Pier Luigi Fagan.
E’ sempre così, si inizia in pochi poi arrivano altri, poi infine tutto
diventa evidente. Un passo in questa direzione lo compie l’eterodosso James Galbraith
a cui tocca la sorte di portare cotanto nome.
diventa evidente. Un passo in questa direzione lo compie l’eterodosso James Galbraith
a cui tocca la sorte di portare cotanto nome.
Ebbene per Galbraith vi sono
quattro fattori che ci dovrebbero impedire di pensare alla crisi come a
qualcosa di passeggero e dovrebbero invece spingerci a porci il problema
dell’adattamento alle nuove condizioni del mondo.
quattro fattori che ci dovrebbero impedire di pensare alla crisi come a
qualcosa di passeggero e dovrebbero invece spingerci a porci il problema
dell’adattamento alle nuove condizioni del mondo.
I 4 fattori sono:
costi volatili dell’energia, caos geopolitico, innovazione tecnologica
mangia-lavoro, finanza amorale.
costi volatili dell’energia, caos geopolitico, innovazione tecnologica
mangia-lavoro, finanza amorale.
Mah, a me sembra sia uno solo:
L’Occidente non è più nelle condizioni di sostenere il proprio
sistema-tenore di vita.
La finanza ha preso il posto dell’economia
perché l’economia non funzionava più da parecchio tempo, che sia amorale
non è una novità .
perché l’economia non funzionava più da parecchio tempo, che sia amorale
non è una novità .
Il caos geopolitico è esattamente ciò che si diceva,
far guerre e guerrette per tamponare un verso del mondo che non ci viene
più in favore.
far guerre e guerrette per tamponare un verso del mondo che non ci viene
più in favore.
L’energia oggi costa poco e non sembra esser un vero
problema, forse lo diventerà .
problema, forse lo diventerà .
Effettivamente il progresso tecnologico è
un mangia-posti-di-lavoro come in tanti si sostiene da tempo.
un mangia-posti-di-lavoro come in tanti si sostiene da tempo.
Ma di
base, il nostro sistema si basava su tre punti: 1) materie prime a basso
costo; 2) semi-monopolio in quasi tutte le produzioni; 3) controllo dei
mercati terzi.
base, il nostro sistema si basava su tre punti: 1) materie prime a basso
costo; 2) semi-monopolio in quasi tutte le produzioni; 3) controllo dei
mercati terzi.
Ora, i mercati non li controlliamo più né quelli
esterni, né quelli interni; tutti nel mondo producono ed a prezzi più
bassi dei nostri e con qualità in molti casi paragonabile se non
superiore; tutti produciamo domanda di materie prime (con conseguenze su
i prezzi) e nessuno ci regala più niente in cambio di specchietti e
collanine. Infine, non inventiamo più nulla che possa trainare ed aprire
nuovi consumi se non sistemi che abbassano i costi di produzione
creando disoccupazione che fa calare la domanda.
esterni, né quelli interni; tutti nel mondo producono ed a prezzi più
bassi dei nostri e con qualità in molti casi paragonabile se non
superiore; tutti produciamo domanda di materie prime (con conseguenze su
i prezzi) e nessuno ci regala più niente in cambio di specchietti e
collanine. Infine, non inventiamo più nulla che possa trainare ed aprire
nuovi consumi se non sistemi che abbassano i costi di produzione
creando disoccupazione che fa calare la domanda.
L’economia come perno
delle nostre società , una economia basata su capitali, produzione e
scambio ha finito il suo ciclo storico, almeno per noi.
delle nostre società , una economia basata su capitali, produzione e
scambio ha finito il suo ciclo storico, almeno per noi.
Fonte: https://pierluigifagan.wordpress.com/cronache-dellera-complessa/.
[CRONACA N.140 (27.03.15)]
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