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La questione dei giudici costituzionali

Cosa altro dovrebbe esserci per decretare finalmente lo scioglimento di questo Parlamento già delegittimato dalla Suprema Corte costituzionale? [Aldo Giannuli]

La questione dei giudici costituzionali
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8 Dicembre 2015 - 12.36


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di Aldo Giannuli

Giovedì scorso, per la 29ma volta il Parlamento in seduta comune non è riuscito ad eleggere i tre giudici costituzionali di

quota parlamentare. Lentamente ci stiamo abituando a qualcosa di assolutamente patologico. E’ la nuova normalità: non

funziona un accidenti.

Per legge la Corte funziona con un numero legale minimo di 11, ed attualmente è a quota 12, cioè, se un giudice

costituzionale in carica si ammala o decade, la Corte è paralizzata sino a quando non si procede alla nomina del suo

sostituto. Vi pare normale? Peraltro, il Costituente ha formato la Consulta su un delicato equilibrio fra potere legislativo e

potere giudiziario mediati da cinque giudici di nomina del Presidente, potere “neutro”, mentre l’attuale composizione è

totalmente scompensata a favore del giudiziario perché la componente parlamentare è più che dimezzata. Vi pare

normale?

Il Presidente della Repubblica, di tanto in tanto fa un educato colpetto di tosse e si dice “preoccupato”, dopo di che il

Parlamento fa finta di niente e continua come prima. Vi pare normale?

Il punto è che siamo al collasso del sistema costituzionale: puramente e semplicemente. E il punto di arrivo di un

processo di decostituzionalizzazione dell’ordinamento iniziato fra il 1992 ed il 1993 con il referendum golpista di Segni,

Occhetto e Pannella che ha dato la picconata decisiva all’edificio costituzionale, il resto è venuto di conseguenza.

Per quanto riguarda la situazione attuale, questa paralisi del Parlamento è la conseguenza del cumulo di processi

degenerativi per i quali noi abbiamo un Parlamento eletto con un sistema elettorale folle e dichiarato illegittimo dalla

Corte Costituzionale che avrebbe dovuto pensare solo alla modifica del sistema elettorale nel rispetto delle indicazioni

della Corte per essere sciolto ed andare a votare. Ma un Capo dello Stato costituzionalmente molto disinvolto ha deciso

che un Parlamento costituzionalmente e politicamente illegittimo in quanto non rappresentativo, ancorché in carica per il

principio della continuità delle istituzioni, dovesse non solo restare sino a fine legislatura ma addirittura riformare la

Costituzione. Parlamento che gli sarà grato salvandolo dalla messa in Stato d’accusa richiesta dal M5s per le troppe

forzature operate in tutta la durata della sua carica.

Nel frattempo il maggiore partito, quello “vincitore” delle elezioni, ha visto un cambio di segretario e di Presidente del

Consiglio che ha orientamenti opposti a quasi il 40% del suoi gruppi parlamentari, spesso protagonisti di una sciatta

fronda che, pur rientrando ogni volta, contribuisce a rallentare il funzionamento delle istituzioni. Mentre uno dei principali

tre partiti si è sbriciolato in quattro partiti e circa un terzo di tutti i parlamentari hanno cambiato partito (qualcuno

anche più volte. Ma un parlamento che ha una composizione falsata da un premio abnorme, nel quale uno dei tre partiti

principali non esiste più, con il gruppo più consistente che è diviso e che, eletto su un programma politico è approdato a

posizioni quasi opposte, ed un terzo dei componenti ha cambiato casacca, cosa rappresenta?

In queste condizioni, che non si riesca ad eleggere i tre giudici non è cosa che desti meraviglia. Quel che, invece, desta

meraviglia è che l’attuale Presidente della Repubblica esiti a scioglierlo ed indire nuove elezioni nonostante sia manifesta

l’incapacità di funzionamento, la delegittimazione dovuta alla sentenza della Corte, la sua palese non rappresentatività e

la sua indegnità morale, dove si consideri l’alto numero di inquisiti. Cosa altro dovrebbe esserci per decretarne lo

scioglimento.

Mattarella non è un interventista scorretto come Napolitano, ma ci sarà pure una via di mezzo fra l’abuso di potere e l’

inesistenza politica, vi pare? Ormai siamo all’auto-vilipendio delle istituzioni repubblicane.

Non ha senso chiedere la seduta ad oltranza, come hanno fatto con passo congiunto in ufficio di Presidenza della

Camera M5s, Sel, Fd’I e, credo, Lega. Otterremmo solo un’elezione forzata dalla paura di tanti parlamentari di non essere

rieletti, dopo di che verrebbe fuori chissà quale porcheria di soluzione: pur di evitare lo scioglimento, questi

accetterebbero di eleggere di eleggere Riina e Provenzano.

La situazione non è più sopportabile e bisogna imporre nuove elezioni. Forse il M5s, Sinistra Italiana e le altre forze di

opposizione dovrebbero recarsi insieme dal Presidente per chiedere lo scioglimento anticipato, dichiarando il passaggio

all’Aventino in caso questo non fosse concesso.

(7 dicembre 2015)

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