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'Oltre l''Aventino: M5S dal Parlamento in piazza alle lotte sociali?'

Rispetto al 1924 una differenza sostanziale: il non rinchiudersi in una protesta autoreferenziale, e lo scendere in piazza a dialogare con i cittadini. [Anna Lami]

'Oltre l''Aventino: M5S dal Parlamento in piazza alle lotte sociali?'
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2 Agosto 2014 - 12.06


ATF

di Anna Lami.


Secondo
alcuni commentatori dei media mainstream, la proposta degli scorsi
giorni di Beppe Grillo di uscire da un parlamento considerato non più
riformabile dall’interno, presenta qualche similitudine con
l’Aventino del 1924. Allora, in seguito al delitto Matteotti,
decidendo di dissociarsi dai lavori parlamentari, le opposizioni
adottarono certamente una decisione di sicuro valore simbolico, ma
che fu politicamente perdente perché si fermò a metà strada. La
scomparsa di Giacomo Matteotti avrebbe infatti potuto fornire l’occasione
per una mobilitazione popolare, ma la Commissione esecutiva della
Camera del lavoro ed i socialisti si opposero alla proposta di
sciopero generale. Divise, timorose di convocare le masse, le
opposizioni si condannarono all’inconcludenza, spianando la strada
all’affermazione di Benito Mussolini.


Certi
articolisti, tutt’altro che imparziali, hanno probabilmente
richiamato quell’esperienza storica nella speranza che anche per il
Movimento 5 Stelle questa iniziativa si trasformi in una debacle. In
proposito basta leggersi La Stampa, il Corriere della Sera e La
Repubblica
del 30 luglio per farsi un’idea in proposito. In realtà
se a un lato ritroviamo effettivamente la volontà di prendere le
distanze dai lavori parlamentari come forma di protesta verso
un’istituzione percepita come “occupata” dai peggiori
rappresentanti di interessi antipopolari, dall’altro balza agli
occhi una differenza sostanziale: la decisione di non rinchiudersi in
una forma di protesta autoreferenziale, ma di scendere nelle piazze e
dialogare con i cittadini
.


Beppe
Grillo commentando sul suo blog i risultati del sondaggio online
“Parlamento in Piazza” ha denunciato la gravità della
situazione, quindi l’impossibilità per i parlamentari 5 stelle di
essere riconosciuti come interlocutori dalla maggioranza, ribadendo
implicitamente il fallimento della linea del dialogo. 

“Allora,
che ci rimaniamo a fare in Parlamento? A farci prendere per il culo,
a sostenere un simulacro di democrazia mentre questi fanno un colpo
di Stato? Rimarremo ancora fino a quando sarà possibile cercare di
impedire il colpo di Stato con l”eliminazione del Senato elettivo.
Dopo, se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno
scelta, ce ne andremo. Meglio uscire e parlare con i cittadini nelle
piazze di Roma e d”Italia, meglio fare agorà tutti i giorni tra la
gente che reggere il moccolo ai traditori della democrazia e della
Patria. Li lasceremo soli a rimestare le loro leggi e usciremo tra i
cittadini. Aria fresca.”


Il
fondatore e leader carismatico del Movimento 5 Stelle ha poi
precisato che: 

“i
parlamentari non si dimetteranno, ma, anzi, quando riterranno
necessaria la loro presenza entreranno in aula per votare e per
difendere le istituzioni.
”

Marco
Brugnerotto, deputato padovano, ci dice: “
il
fatto che ogni iniziativa venga bloccata, ogni emendamento, ogni
proposta di legge non venga presa in considerazione è frustrante.
Usciamo ma non abbiamo ancora definito le modalità precise. Credo
comunque che saranno piazze, spazi aperti, almeno spero sia così..”


Anche
chi era mosso dalle migliori intenzioni nell’apertura al confronto
con l’esecutivo, si sta rendendo conto che non è possibile
dialogare costruttivamente con quelle forze politiche che,
rappresentando gli interessi dei potenti, non possono che perseguire
consapevolmente obiettivi inconciliabili con il bene del popolo.
Bisognava, in effetti, essere un po’ ingenui per credere che il Pd
si potesse aprire ad istanze democratiche, civili e partecipative
.
Ora l’esperienza ha confermato che l’opposizione al governo Renzi
non può che essere intransigente.


Adesso
l’attesa di molti attivisti e sostenitori del Movimento è
concentrata sulle modalità con cui si svolgeranno le iniziative
nelle piazze. In tanti, nei social, nei forum, nei commenti al Blog,
sottolineano che limitarsi a informare i cittadini sulla riforma del
Senato e sulle malefatte del governo potrebbe non essere sufficiente
a costruire un’opposizione efficace. Il rischio è che tali “agorà”
durino qualche giorno e che riguardino più che altro lo zoccolo duro
dei fedelissimi pentastellati, senza rendere partecipi tutti i
settori popolari potenzialmente coinvolgibili. 

La speranza è allora
che le agorà servano come punto di partenza verso iniziative di
maggior respiro. L’auspicio è che, una volta convinti che non
basta informare i cittadini, i parlamentari 5 stelle capiscano che
occorre mobilitarli realmente, come il Movimento è sicuramente in
grado di fare con successo. I commenti sul profilo Facebook di Luigi
di Maio
, il volto della responsabilità istituzionale, sono
largamente rappresentativi di quello che è lo stato d’animo di
molti attivisti e sostenitori. 

“Siete
i pentastellati più ammirati da noi, siete persone a cui ci siamo
affidati e politici a cui noi diamo ogni giorno massima
fiducia,speranza e credibilità. MA E” ORA DI DIRE BASTA!!!A cosa?
Non vi siete chiesti perché prima delle Europee prendevate un
milione di “Mi piace” e ora poche centinaia? Dite sempre di
fare,dire,manifestare e insomma essere lo specchio dei cittadini ma
siete sicuri?(..)

Non
assillateci con quello che proponete e non vi viene accettato DITECI
COSA FARE(sarà molto più utile).”
scrive
Francesco Silvestro. Chiara Battaglini gli fa eco: “ci
dobbiamo organizzare, non si può denunciare che ci stanno strozzando
e dire che noi reagiremo informando tutti che ci stanno strozzando!
Dite a Beppe di indire una grossa manifestazione a Roma, di che cosa
abbiamo paura?”.
Secondo
Gabriele Tinelli “Per
esempio, perché Grillo/Casaleggio ed il m5s non hanno lanciato un
V-day contro questa riforma raccogliendo le firme?
”

Filippo
Landetti rilancia: “se
si esce dal Parlamento per andare in piazza, bisogna assumersi la
responsabilità di andarci in un determinato modo, organizzando
un’opposizione di massa! Certo, si tratta di una scelta coraggiosa
ma è indispensabile
!”


Si
possono leggere proposte di ogni genere, dallo sciopero del
carburante a quello del pane alla manifestazione nazionale: comun
denominatore, la volontà di una larga fetta della base di
partecipare attivamente ad una vera mobilitazione popolare.
Addirittura, vi è chi, firmandosi “Tutti a Roma per salvare la
democrazia”, ha già convocato una manifestazione per il 2 agosto a
Piazza Santi Apostoli.


Una
cosa è certa: il malcontento sociale non può che aggravarsi, al di
là dei proclami di Renzi e della disinformazione propinata a piene
mani da tv e giornali. Lo stesso Movimento 5 Stelle ne è
consapevole. Sul blog di Beppe Grillo è uscito un articolo a cura
della commissione bilancio dei parlamentari 5 stelle intitolato “La
tempesta perfetta” in cui si sostiene che “
Ci
aspetta una tempesta perfetta in autunno. Le previsioni variano da
una manovra ottimistica(?) di 24 miliardi a una catastrofica di 40
miliardi. Dove troverà i soldi Renzie?Nelle nostre tasche. E a
dicembre con il panettone (chissà se Renzie lo mangerà…) arriverà
il FMI.


E intanto avanti con le “riforme
perché ce le chiede l”Europa”.


Alessandro
Di Battista scrive: 

“Sono
tornato

dal Senato. Ero in tribuna e non e” stato un bello spettacolo. I
senatori M5S si sono comportati bene ma certo che e” avvilente vedere
l”Alta Camera della Repubblica che in un momento drammatico per gli
italiani (oltre 6 milioni vivono in povertà assoluta) pensa al
Senato delle autonomie, agli sbarramenti o ai premi di maggioranza
nella legge elettorale.
 Io
non voglio farmi tirare dentro a queste indecenze
.
Oggi
c”e” una priorità: fare in modo che tutte le famiglie italiane
abbiano cibo a tavola e un tetto sopra la testa.
Politica
significa capire quali sono le priorita” di un Paese
.
Si dice che “i soldi non sono tutto nella vita”. E” vero ma
e” altrettanto vero che questa frase la pronuncia chi i soldi ce li
ha. C”e” gente in Italia che non può permettersi una vista medica.
Ci sono italiani che frequentano le mense Caritas. Ci sono anziani
che frugano nei cassonetti perché la loro onestà gli impedisce di
rubare nei supermercati. Ci sono famiglie intere che per tetto hanno
lamiere e cartoni. Pensiamo a questo, poi e soltanto poi verrà tutto
il resto.”


In
questo contesto, è inevitabile che le pressioni dalla base e dai
comuni cittadini per azioni e mobilitazioni in grado di arrestare ed
invertire questo drammatico stato di cose sono destinate a crescere.
Se le agorà evocate da Beppe Grillo serviranno, oltreché ad
informare i cittadini , ad incontrare la rabbia e il malcontento
diffusi, se riusciranno a coinvolgere i settori popolari più colpiti
dalla crisi e dalle politiche di austerità, se saranno la premessa
per una mobilitazione più ampia, se saranno aperte al confronto con
i movimenti sociali già attivi (dal sindacalismo di base e
conflittuale, ai movimenti per il diritto all’abitare fino ai tanti
comitati locali per la salvaguardia dei territori), allora gli
sviluppi potrebbero essere interessanti e sgraditi a chi auspica la
fine dell’Aventino per il Movimento 5 Stelle.



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