Quelli che Tsipras sbaglia tutto, quelli che lo paga Soros, quelli che è il grimaldello di Putin, quelli che porterà la Merkel in Tribunale, quelli che le bacia la pantofola
Poi ci sono i casi in cui i punti di vista incompatibili sono talmente tanti da essere il plastico della Babele biblica, riprodotto dentro un caleidoscopio, al centro di una stanza di specchi deformanti di un luna park, a sua volta sovrastata da luci stroboscopiche riciclate da una discoteca anni ottanta di Rodi. Lo so che non siete mai stati in una discoteca di Rodi, e nemmeno io, ma ci siamo capiti. Ecco, allo stesso modo intravediamo Tsipras sui media e sui social network.
Così – rimestando nello zibaldone prismatico – troviamo quelli che Tsipras ha già sbagliato tutto, e quelli che lo paga Soros, e quelli che no, è il grimaldello di Putin, e quelli che Alexis porterà la Merkel in Tribunale, e quelli che ad Angela sta baciando la pantofola, e quelli che è un comunista, e quelli che se la fa con la destra.
Difficile trovare una verità interna senza far troppo torto al principio di “non contraddizioneâ€, così caro a quel vecchio antenato greco di Tsipras. Ma forse c’è qualcosa che accomuna tutte queste posizioni, specie sul web: sono tutte alla ricerca di quella magagna rivelatrice che da sola annulla la complessità del corso degli eventi, mettendo fatalmente il governo greco dalla parte sbagliata della storia.
In effetti il governo greco, come la nazione che rappresenta, ha la sfiga di trovarsi in una storia sbagliata, come una capretta in una corrida, per giunta davanti a un trio di toreri particolarmente psicopatici, la famosa troika. Scommettere su qualche problema per la bestiola è fin troppo facile: “tragedia†(τραγῳδία) è proprio una parola greca e “trà gos” era il suo babbo, predestinato e caprone.
Qualsiasi governo assediato da debiti e da grandi potenze che non controlla è di per se stesso imperfetto. Tsipras e i suoi ministri hanno ben pochi strumenti risolutivi, sebbene nel caleidoscopio stroboscopico ognuno gliene suggerisca di istantanei e rivoluzionari.
Eppure il sospetto non deve impedirci di vedere tutti gli strumenti utili a una transizione verso un nuovo modello di relazioni politiche ed economiche, che sono tanti, fecondi, e certamente migliori della dittatura europea e del vento di guerra atlantista. Se chi vuole cambiare le cose avesse un minimo di ambizione autentica, dovrebbe subito aiutare la Grecia per aiutare tutti noi. Prima di dare lezioni ai greci, penso sia meglio apprendere qualcosa da loro.