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Il blairismo è morto e sepolto. Jeremy Corbyn è il futuro

'Tutti i discorsi sul ritorno agli anni ''80 sono fuori luogo. I giovani si spingono verso un nuovo tipo di politica.
Ecco perché le classi dirigenti attaccano Corbyn con forza'

Il blairismo è morto e sepolto. Jeremy Corbyn è il futuro
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14 Settembre 2015 - 17.49


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di
Len McCluskey*
.

L”elezione di Jeremy Corbyn alla carica di
leader laburista con un mandato talmente ampio da rimpicciolire quello dato a
Tony Blair 21 anni fa è l”evento più straordinario nei 45 anni in cui sono
stato un membro del partito. 

Dire che questa è una vittoria della speranza può suonare
banale e come un luogo comune, ma è davvero l”unica spiegazione di quel che è
accaduto.

Questa vittoria travolgente presso tutte le parti dell”elettorato del
Labour – compresi i membri a pieno titolo del partito – è composta, credo, per tre
quarti di ottimismo e per un quarto di un ripudio del passato “New
Labour”.

Questa è la ragione per cui tutti i
discorsi sul Labour che torna indietro agli anni ‘80 risultano così fuori
luogo. 

Le centinaia di giovani che affollavano la sede del sindacato Unite ogni
sera durante la campagna di telefonate per Corbyn non avevano grande interesse per
quel decennio ormai lontano.

I tempi che ricordano con un brivido sono invece
ben più recenti: la guerra in Iraq alla quale Blair ci ha trascinato, e contro
la quale molti di loro hanno marciato mentre erano ancora a scuola; e il crollo
economico del 2008 causato da banchieri e istituzioni della City ai quali il
New Labour ha così incoscientemente tenuto il sacco. 

La linea da nostalgici del
New Labour sul fatto che “abbiamo vinto tre elezioni” sbaglia il conto di
milioni. Per tutte le riforme positive, è un passato al quale nessuno vuole
tornare. Una cosa è fuor di dubbio: il blairismo è morto senza rimpianti.

Ma soprattutto le decine di migliaia che accorrono
per impegnarsi con il partito laburista sono preoccupati per il futuro. Il
messaggio di Corbyn – di un genere che non hanno mai sentito da un politico di
prima linea nella loro vita – parla alle loro speranze e aspirazioni.

Egli offre un”alternativa sia nello stile sia
nella sostanza. La politica tradizionale per un’intera generazione è stata
condotta in termini di un minimalismo gestionale che stava entro stretti parametri
ben definiti. Era diventato quasi democraticamente inammissibile avanzare idee
che rigettassero l’opinione dominante in favore del libero mercato, della
deregolamentazione, delle privatizzazioni e dell”austerità.

La campagna Corbyn è stata pertanto un’oasi
nel deserto della politica neoliberale, e questo è il motivo per cui le classi
dirigenti, compresa la classe dirigente del partito laburista, sono state così
tanto aggressive nel condurre i loro attacchi.

Il compito ora è quello di ri-fertilizzare
il paesaggio circostante.

Molte delle istanze politiche di Corbyn sono
attraenti verso un ambito che si estende ben oltre la sinistra. Per coloro che
non capiscono il motivo per cui i poveri dovrebbero pagare per gli errori dei
banchieri e ritengono che il carico fiscale debba essere più equamente
distribuito. O chi pensa che un”economia riequilibrata che sia meno dipendente dai servizi
finanziari – proposta da tutti i partiti, ma eseguita da nessuno – abbia un
senso.

La rinazionalizzazione delle ferrovie richiama
un enorme sostegno. E un politico la cui politica estera non comporti il
ricorso immediato all’unità di comando dei bombardieri (Bomber Command), ma tratti
i rifugiati come esseri umani, parla a molte più persone di quanto gli attacchi
a Corbyn indicherebbero.

È vero, ha una montagna da scalare. I
conservatori stanno per rilanciare le politiche di smantellamento del movimento
operaio. La loro proposta di legge sui sindacati, che sta per essere discussa
domani, mira a rendere gli scioperi impossibili, nonché a ridurre i sindacati –
attraverso un sistema bizantino di dettami – a una sorta di organi consultivi
industriali, fino a marginalizzare il nostro coinvolgimento nella politica, facendo
morire di fame l”opposizione ufficiale sul piano dei finanziamenti così come fanno.

Sono talmente dediti a questo ordine del
giorno che perfino i diritti più elementari, comprese la libertà di parola e la
libertà di associazione, sono in pericolo. Tutto quello che i conservatori
possono fare per manipolare il sistema politico sarà tentato: più lord nominati,
meno parlamentari eletti, circoscrizioni ridisegnate sulla base di liste
elettorali da cui mancano milioni di giovani e i più poveri.

Questo è il nemico che il rinato partito laburista
si trova ad affrontare. L”intensità e la gravità degli attacchi autoritari di
David Cameron finiranno, credo, per aiutare Corbyn in un aspetto. Spingerà
tutti gli elementi del movimento operaio e tutte le parti del partito a stare insieme
di fronte al nemico comune. Sono convinto che non ci saranno purghe né una
caccia alle streghe, contrariamente alle speculazioni allarmiste dei media. Non
solo tutto ciò sarebbe contro la natura di Corbyn, ma andrebbe anche in
contrasto con la sua intenzione di democratizzare il processo decisionale del
Labour e di includere i tesserati e i sostenitori più strettamente nella
determinazione delle priorità del partito.

Questo è davvero un nuovo tipo di politica.
L”epoca della condanna nei confronti del politico disposto a offrire
alternative socialiste allo status quo,
e abbastanza sicuro di sé da dire che non dobbiamo prendere la nostra società frantumata
come un dato immutabile, si sta sfaldando.

Non sarà la rivoluzione francese, ma si
tratta di un alba incantevole da salutare.

Traduzione per Megachip a cura di Pino
Cabras.

* Len
McCluskey
è il segretario generale di Unite
the Union
, il più grande sindacato britannico, con 1.420.000 tesserati.

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