Chi ha organizzato gli attentati di gennaio e novembre 2015 a Parigi? | Megachip
Top

Chi ha organizzato gli attentati di gennaio e novembre 2015 a Parigi?

Un quotidiano croato pubblica informazioni che evidenziano una responsabilità dello Stato francese nelle stragi parigine. Chi ha preso le decisioni? [Thierry Meyssan]

Chi ha organizzato gli attentati di gennaio e novembre 2015 a Parigi?
Preroll

Redazione Modifica articolo

19 Gennaio 2016 - 22.13


ATF

di Thierry
Meyssan
.

Il quotidiano croato
Slobodna Dalmacija pubblica nuove informazioni che evidenziano una
responsabilità dello Stato francese negli attentati di gennaio e novembre 2015
a Parigi. Delle due l’una: o le autorità francesi, pur avendo infiltrato i
gruppi che hanno compiuto gli attentati, non ne hanno impedito l’azione, oppure
sono direttamente implicate nell’organizzazione degli attentati stessi.
Comunque sia, resta da stabilire chi ha preso queste decisioni e se ha agito o
meno in nome della Repubblica.

Secondo la versione ufficiale, i mandanti degli attentati
di gennaio e novembre 2015 sono: Al Qa’ida nella penisola arabica (AQPA) per
l’esecuzione dei redattori di Charlie Hebdo, Daesh per tutti gli altri.
Secondo le autorità, il primo attentato e quello al supermercato della Porta di
Vincennes erano coordinati, nonostante le due organizzazioni, sempre secondo le
autorità, siano nemiche ed esistano dubbi sulla rivendicazione di Amedy
Coulibaly (autore dell’attentato al supermercato, ndt) di appartenenza a Daesh.

L’agenzia Reuters ha rivelato che alcune delle
armi utilizzate a novembre provenivano dall’azienda Crvena Zastava, che si
trova a Kragujevac (Serbia) [1].

Secondo Associated Presse e il Palm Beach
Post
, una delle pistole serbe era transitata da Century International Arms,
società della Florida legata alla CIA [2].
L’agenzia di stampa – ma non il quotidiano – in seguito ha ritrattato [3].

Secondo il quotidiano croato Slobodna Dalmacija,
alcune armi utilizzate nell’attentato di gennaio contro il supermercato e altre
utilizzate negli attentati di novembre proverrebbero dall’azienda serba di
Crvena Zastava e sarebbero transitate in Francia tramite lo stesso rivenditore,
Claude Hermant [4].

I nostri lettori ricorderanno che nel 1998 Réseau Voltaire aveva scoperto le
sorprendenti attività del servizio di protezione del Fronte Nazionale, il
Département Protecion Sécurité (DPS). Quest’organo interno del partito si
dedicava a individuare e schedare domicili di personalità. È apparso subito
evidente che, in seno allo stesso DPS, un piccolo gruppo d’individui sembrava
prepararsi ad attività illecite. Dopo molte peripezie, abbiamo ottenuto la
costituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare che facesse luce su
questi fatti [5].

Agli elementi che abbiamo portato all’Assemblea
Nazionale, soprattutto in merito alla doppia missione dei membri del DPS,
dentro il Fronte Nazionale in Francia e nell’organizzazione di colpi di stato
in Africa, è stato subito opposto il segreto militare [6].

In ogni caso quelle rivelazioni hanno provocato la
crisi interna del Fronte Nazionale e la sua conseguente spaccatura. Così
nessuno è più stato chiamato a rispondere dei fatti. Due anni dopo, nel 2001,
un ex membro del DPS, il già citato Claude Hermant, confermava al quotidiano Libération
l’esistenza in seno al DPS di questa struttura occulta, chiamata «Azione» [7].

Ricordiamo ora le nostre inchieste del 1998-99. Siamo
arrivati a stabilire che nel 1972 Jacques Foccart, all’epoca responsabile degli
Affari Africani e Malgasci all’Eliseo per volontà del presidente Georges
Pompidou, ha costituito in segreto il «Front national pour l’unité française».
Jean-Marie Le Pen, che aveva giocato un ruolo di primo piano nell’ascesa al
potere di De Gaulle nel 1958, prima di rivoltarglisi contro [8],
è stato sin dall’inizio l’animatore del Fronte Nazionale, insieme a François
Duprat, che si era impegnato a fianco di Bob Denard a sostegno di Moïse Tchombé
in Katanga. Abbiamo anche dimostrato che nel 1984 François Mitterand e Guy
Penne, successore di Jacques Foccart nell’incarico all’Eliseo, avevano finanziato,
con fondi segreti della Repubblica, la campagna elettorale del Fronte Nazionale
per le elezioni europee. Siamo dunque giunti alla conclusione che il Fronte
Nazionale era stato, e continuava a essere, non un partito che ambiva al
potere, bensì una struttura necessaria alla presidenza della repubblica,
utilizzata per controllare personalità di estrema destra per poi reinserirle
nella vita politica nazionale.

Per ciò che riguarda il DPS abbiamo dimostrato che
all’epoca era diretto da Bernard Courcelles, che contemporaneamente era anche
guardia del corpo di Anne Pingeot, compagna di François Mitterand, e da Gérard
Le Vert. All’interno del DPS era operativa una struttura segreta di circa 60
uomini, tutti legati ai servizi segreti, che all’occorrenza venivano utilizzati
per missioni segrete, da compiere principalmente in Africa. Claude Hermant
apparteneva a questa struttura. Il DPS non era in realtà diretto dal Fronte
Nazionale, ma dal ministero della Difesa, precisamente dalla DPSD (Direction de
la Protection et de la Sécurité de la Défense, ndt), servizio segreto con denominazione quasi omonima, che ha in
carico la protezione delle forze armate.

Solo partendo da questi fatti anteriori, le
rivelazioni di Slobodna Dalmacija assumono significato.

In gennaio 2015, quando è stato incarcerato per
«traffico d’armi», Claude Hermant si è qualificato al giudice d’istruzione come
«informatore» delle Dogane e della gendarmeria. Al magistrato, che gli
domandava dettagli sulle armi vendute, Hermant ha invocato il segreto militare.
La Commissione Consultiva per il Segreto Militare e in seguito il ministro
dell’Interno Bernard Cazeneuve gli hanno dato ragione [9].

Riassumendo, Hermant ha fatto parte di una struttura
che, sotto la copertura di servizio di protezione del Fronte Nazionale, era
ufficiosamente incaricata dall’Eliseo di missioni segrete all’estero. Oggi è
remunerato a incarico, sempre in veste non ufficiale, dalle Dogane e dalla
gendarmeria. Secondo Slobodna Dalmacija,
avrebbe comprato in Serbia armi neutralizzate [cioè rese inoffensive, ndt], da lui stesso rimilitarizzate, che
poi sono state utilizzate negli attentati di gennaio e novembre; il quotidiano menziona
i risultati dell’analisi al microscopio di un’arma da fuoco di cui nessuno
finora aveva parlato. Hermant avrebbe venduto armi anche a degli islamisti di
Bruxelles. Però il suo traffico illegale d’armi è coperto dal segreto militare.

D’altra parte, bisogna ricordare anche che, secondo il
gruppo editoriale statunitense McClatchy, gli assassini di Charlie
Hebdo
, i fratelli Kouachi, erano legati ai servizi segreti francesi [10].

Ricordiamo infine che Claude Hermant è stato messo in
carcere per decisione dei giudici di Lille che conducono l’inchiesta sul suo
traffico d’armi, Stanislas Sandrapas e Richard Foltzer, non dai giudici
parigini incaricati delle inchieste sugli attentati, Christophe Tessier,
Nathalie Poux e Laurence Le Vert, cugina del già citato Gérard Le Vert, ex capo
di Claude Hermant al
DPS.

In conclusione: o Hermant ha preso parte a un’operazione
d’infiltrazione di quelle cellule terroristiche che poi hanno potuto compiere
gli attentati senza essere fermate, o, e questa è l’ipotesi meno probabile, gli
attuali superiori di Hermant – probabilmente all’Eliseo – hanno partecipato
all’organizzazione degli attentati. In entrambe le ipotesi resta da capire
perché e in nome di chi i superiori di Claude Hermant hanno agito.

NOTE

[1] “Some guns used in
Paris attacks produced in ex-Yugoslavia’s arsenal
”, Aleksandar Vasovic, Reuters, November 28, 2015.

[2] “Dealer: Gun linked to Paris attack
came through Delray firm”, Associated
Press
, December 10, 2015. «
Dealer: Gun linked to
Paris attack came through Delray firm
», Pat Beall, John Pacenti & Mike Stucka, Palm Beach Post, December 10,
2015.

[3] “Correction:
Serbia-Paris-Guns story
”, Jovana Gec & Dusan Stojanovic, Associated
Press
, December 18, 2015.

[4] “Le
armi di Charlie Hebdo furono vendute da un ex-volontario croato
”, di
Marijo Kavain, Traduzione Alessandro Lattanzio, Slobodna Dalmacija (Croazia), Rete Voltaire, 16 gennaio 2016.

[5] Troverete qui estratti del rapporto presentato da
Réseau Voltaire ai parlamentari, qui il testo delle audizioni parlamentari,
e qui il testo del rapporto parlamentare.

[6] La
Françafrique, le plus long scandale de la République
, de François-Xavier
Verschave (Stock, 1998).

[8] « Quand le stay-behind portait De Gaulle
au pouvoir
 Â», par
Thierry Meyssan, Réseau
Voltaire
, 27 août 2001.

[9] « Les armes de Charlie-Hebdo couvertes
par le Secret-Défense
 Â», Réseau Voltaire, 17 septembre
2015.

[10] “Secondo
McClatchy, Mohammed Mehra ed i fratelli Kouachi sarebbero legati ai servizi
segreti francesi
”, Traduzione Federico Vasapolli, Rete Voltaire, 9 gennaio 2015.


Traduzione Rachele
Marmetti
Il Cronista.
Con alcune piccole correzioni a
cura della redazione di Megachip

[GotoHome_Torna alla Home Page]
DONAZIONE

Native

Articoli correlati