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M.O.: Ora niente ostacoli al nuovo Sykes-Picot

Il Segretario di Stato, Kerry, abbandona i suoi alleati. Nessuna consegna di armi decisive ai "ribelli" in Siria. Le promesse USA impegnano solo chi ci ha creduto.

M.O.: Ora niente ostacoli al nuovo Sykes-Picot
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22 Luglio 2013 - 23.55


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Ben
presto, niente più ostacoli al nuovo accordo Sykes-Picot

«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°42.

di Thierry
Meyssan
.

Avete
sicuramente osservato il cambiamento di tono della stampa atlantista
sulla questione siriana. I
«ribelli»,
questi
«eroi
della Libertà
»,
si sono improvvisamente trasformati in terroristi fanatici che si
squartano a vicenda. Per Thierry Meyssan non cӏ nulla di nuovo
sotto il sole: Washington ha semplicemente abbandonato l”idea di
rovesciare Bashar al-Assad e si dirige verso lo svolgimento della
conferenza di Ginevra II. Prossima tappa: la perdita di influenza
francese nella regione.

Il
Segretario di Stato, John Kerry, abbandona i suoi alleati. Non ci
sarà alcuna consegna di armi decisive ai “ribelli” in
Siria. Assad non sarà rovesciato. Le promesse degli Stati Uniti
impegnano solo quelli che ci hanno creduto.

Lo
scorso 13 giugno, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale
degli Stati Uniti ha annunciato che la linea rossa era stata
superata: come dimostravano le prove raccolte dai francesi e dai
britannici, la Siria di Bashar al-Assad aveva usato armi chimiche
contro il suo popolo: ora ce la vedremo…

Senza
attendere, il nuovo comando congiunto delle Forze terrestri della
NATO è stato attivato a Izmir (Turchia). La guerra era imminente.

Un mese
dopo, la determinazione occidentale è scomparsa. La stampa
atlantista scopre con orrore che l”opposizione armata in Siria è
composta da fanatici odiati dalla stragrande maggioranza dei siriani,
quel che andiamo dicendo senza sosta da due anni. Nel mentre, sul
campo, l”Esercito siriano libero e il Fronte Al-Nosra, invece di
combattere contro le truppe di Damasco, si scagliano l”un l”altro in
una guerra senza pietà.

Cosa è
successo, per poter trasformare la guerra di “liberazione”
della Siria in questo vasto disordine? In realtà, nessuna delle
poste in gioco è cambiata in un mese: l”Esercito arabo siriano non
ha mai usato armi chimiche contro i “ribelli”; e questi non
si sono “radicalizzati”. Per contro, il piano USA che ho
descritto, per primo, lo scorso novembre, si sta lentamente
dispiegando. La tappa di oggi consiste nel mollare l”opposizione
armata.

Tutto
ciò ci conferma che l”imperialismo anglosassone ha il fiatone.
L”applicazione sul campo delle decisioni prese a Washington avviene
con estrema lentezza. Questo processo evidenzia la cecità dei media
occidentali che ignorano queste decisioni prese fino a quando non si
traducano in azioni. Incapaci di analizzare il mondo così com”è,
continuano a dare credito alla “comunicazione politica”.

Quindi
quel che scrivevo [1], che veniva descritto come “teoria del
complotto” da parte della stampa
mainstream,
le diventa evidente dieci mesi più tardi. Eric Schmitt scrive
pudicamente sul
New
York Times
che «i
piani dell”amministrazione USA sono molto più limitati di quanto
dichiari in pubblico e in privato
».
[2]

Mentre
David Ignatius titola senza mezzi termini sul
Washington
Post
: «I
ribelli siriani sono stati “scaricati” da Washington
»
[3].

Stavano
aspettando armi anticarro e hanno ricevuto mortai da 120 millimetri.
Gli erano stati promessi aerei, e hanno ricevuto kalashnikov. Le armi
arrivano loro in gran numero, ma non per rovesciare Bashar al-Assad,
bensì per far sì che si ammazzino tra loro senza che rimanga più
nessuno.

E per
fugare i dubbi: il direttore della CIA, John Brennan, e il vice
presidente, Joe Biden, hanno convinto il Congresso a porte chiuse che
non si dovrebbero inviare armi decisive Siria. Contemporaneamente, a
Londra, la Camera dei Comuni ha approfittato di questo varco aperto.
E a Parigi, Alain Marsaud e Jacques Myard – per altri motivi –
tentano di imbarcare l”Assemblea nazionale nello stesso rifiuto
occidentale di continuare a sostenere i “ribelli”.

Senza
alcuna esitazione, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius,
che deplorava a dicembre l”iscrizione da parte degli Stati Uniti del
Fronte Al-Nosra sulla loro lista internazionale delle organizzazioni
terroristiche
«perché
fanno un buon lavoro sul terreno
»
(sic),
ha chiesto lui stesso all”ONU di metterlo nella lista internazionale
delle organizzazioni terroristiche. E Manuel Valls, il ministro degli
interni francese, ha dichiarato su
France
2
che i francesi
che combattono in Siria al fianco dei suoi ex alleati islamisti
sarebbero stati arrestati e processati una volta ritornati in
Francia.

La
Conferenza di Ginevra II, di cui si parla da un anno, si va a
delineare. Gli ostacoli principali provenivano dalla Coalizione
Nazionale che, sostenuta dal Qatar, esigeva la resa preliminare di
Bashar al-Assad, e dai franco-britannici che rifiutavano di vedere
l”Arabia Saudita e l”Iran al tavolo dei negoziati.

L”Ayatollah
Khamenei ha rimosso dal gioco Ahmadinejad e il suo capo di gabinetto
Mashaei, uomini di fede e forsennati anticlericali, per sostituirli
con lo sceicco Rouhani, un religioso molto pragmatico. Una volta
installatosi come nuovo presidente dell”Iran a fine agosto, dovrebbe
accettare di partecipare ai negoziati. Da parte loro, gli
anglosassoni hanno rimosso dal gioco il Qatar, il micro-Stato gasiero
che hanno usato per coprire l”alleanza tra la NATO e la Fratellanza
Musulmana. Hanno affidato la gestione dei “ribelli” in
Siria alla sola Arabia Saudita, screditando i “ribelli”
internazionali presso la propria stampa. Con o senza re Abdullah,
Riyadh dovrebbe ugualmente accettare il negoziato.

Falsa
sorpresa: sotto l”impulso del Segretario di Stato John Kerry,
l”Autorità palestinese ha accettato di riprendere i negoziati con
Israele, anche se quest”ultimo continua la colonizzazione dei
territori.

Salvo
capovolgimenti inaspettati in Egitto o in Tunisia, non dovrebbe più
esserci, da qui a due o tre mesi, grossi ostacoli allo svolgimento di
Ginevra II, il “nuovo accordo Sykes-Picot” allargato; dal
nome degli accordi segreti attraverso i quali la Francia e il Regno
Unito si spartirono il Medio Oriente durante la Prima Guerra
Mondiale. Durante questa conferenza, gli Stati Uniti e la Russia si
divideranno il Nord Africa e il Levante, a spese della Francia,
suddividendo la regione in zone subappaltate ai sauditi (sunniti) o
agli iraniani (sciiti ).

Dopo
aver costretto l”emiro del Qatar ad abdicare e dopo aver abbandonato
i “ribelli” in Siria, Washington sta per ritirare la sua
influenza regionale dalle mani del suo fedele alleato, la Francia,
che se le è sporcate per due anni per niente. Questa è la legge
cinica dell”imperialismo.

 

NOTE:

[1]
Obama II: la Purga e il Patto“,

Rete Voltaire
, 27
novembre 2012. “L’ESL continua a brillare come una stella morta“,
Rete
Voltaire
, 26
dicembre 2012. “Obama e Putin si spartiranno il Medio Oriente?
Odnako
(Federazione Russa), 26 gennaio 2013.

[2] “No Quick Impact in U.S. Arms Plan for Syria Rebels”,
di Mark Mazzetti, Eric Schmitt e Erin Banco,
The
New York Times
, 14
luglio 2013

[3]
“
Syrian rebels get ‘the jilt’ from Washington”,
di David Ignatius,
The
Washington Post
, 18
luglio 2013.

Thierry Meyssan, 21 luglio 2013.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Tichreen” (Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information Clearing House”.

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