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'Per Ankara, il massacro è un''opzione politica?'

La nuova alleanza Turchia/Francia è su questioni economiche o è puramente politica? Parigi copre Ankara fino a sostenere i genocidi? [Thierry Meyssan]

'Per Ankara, il massacro è un''opzione politica?'
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27 Ottobre 2014 - 14.00


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«Sotto
i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°102

di
Thierry Meyssan
.

La
nuova alleanza tra la Turchia e la Francia si regge esclusivamente su
questioni economiche, quali l”entrata nell”Unione europea, o è
puramente politica? In questo caso, Parigi dovrebbe coprire la
politica di Ankara, qualunque essa sia? Questo sostegno si spinge
sino a quello dei genocidi?

Per la
seconda volta, l”amministrazione Obama ha accusato la Turchia per il
suo sostegno all”Emirato Islamico (Daesh). All”inizio, il 2 ottobre,
lo ha fatto il Vice Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un
discorso alla Kennedy School di Harvard [1]. Poi, il 23 ottobre, è
stato il turno del vice segretario al Tesoro David S. Cohen, davanti
alla Fondazione Carnegie. [2] Entrambi hanno accusato Ankara di
sostenere gli jihadisti e di vendere il petrolio che costoro rubano
in Iraq e in Siria.

Di fronte
alle smentite del presidente Recep Tayyip Erdoğan, Biden si era
scusato. Il governo turco aveva allora consentito al PKK di venire in
aiuto dei curdi siriani di Kobané,

assediati da Daesh. A
himè!
Il comportamento di Ankara non ha convinto e Washington ha rinnovato
le sue accuse.

La
Turchia e la questione della pulizia etnica

Non
ritengo che quel che viene messo in questione sia il sostegno agli
jihadisti. La Turchia agisce su di loro soltanto in conformità con i
piani statunitensi, e, almeno fino a metà ottobre, Daesh rimane
controllata dalla CIA. Ma Washington non può accettare che un membro
della NATO sia visibilmente coinvolto nel massacro che minaccia gli
abitanti di Kobané. La politica dell”amministrazione Obama è
semplice: Daesh è stata creata per compiere ciò che la NATO non può
fare, ossia la pulizia etnica, mentre i membri dell”Alleanza debbono
fingere di non avervi nulla a che fare. Il massacro dei curdi siriani
non fa gioco alla politica di Washington e il coinvolgimento della
Turchia costituirebbe un crimine contro l”umanità.

L”attitudine
della Turchia appare come qui come involontaria. E questo è il
problema. La Turchia è uno stato negazionista. Non ha mai ammesso di
aver commesso il massacro di 1,4 milioni di armeni, di 200.000 assiri
e cristiani di rito greco e di 50.000 assiri in Persia (1914-1918) e
poi di nuovo di 800.000 armeni e greci (1919-1925) [3].

Lungi dal
chiudere questo triste capitolo della sua storia, il messaggio di
cordoglio inviato da Erdoğan, il 23 aprile, ha invece dimostrato
l”incapacità della Turchia di riconoscere i crimini dei Giovani
Turchi [4].

Ankara ha
cercato in passato di liquidare i curdi del PKK. Molti sono fuggiti
in Siria. Il presidente al-Assad ha dato loro la nazionalità
siriana, all”inizio della guerra, e li ha armati affinché
difendessero il territorio nazionale. Al contrario, per Ankara, il
loro massacro sarebbe una buona notizia, e Daesh potrebbe fare questo
lavoro sporco.

Il coinvolgimento della
Turchia nei recenti atti di pulizia etnica

Durante
la guerra in Bosnia-Erzegovina (1992-1995), l”esercito turco sostenne
la “Legione araba” di Osama bin Laden che attuava la
pulizia etnica del paese massacrando molti serbi ortodossi. Gli
jihadisti sopravvissuti a tali combattimenti hanno aderito ai gruppi
armati in Siria, tra cui Daesh.

Nel 1998,
l”esercito turco ha partecipato alla formazione militare dell’UÇK,
i cui attentati furono repressi dal governo jugoslavo, offrendo il
pretesto all”intervento della NATO. Durante la guerra che ne seguì,
Hakan Fidan (attuale capo dei servizi segret turchi, il MIT) era
l”agente di collegamento tra la NATO e la Turchia. In definitiva,
l’UÇK cacciò i serbi ortodossi e profanò i loro luoghi di culto.
Nel 2011, Hakan Fidan inviò degli jihadisti in Kosovo per essere
formati al terrorismo da parte dell’UÇK, per poi attaccare la
Siria.

Durante
l”occupazione dell”Iraq, gli Stati Uniti si appoggiarono
ufficialmente sulla Turchia e l”Arabia Saudita per ricostruire il
paese. La politica che fu allora condotta causò la guerra civile e
massacri sistematici, per lo più di sciiti e cristiani. Come ha
spiegato l”ex consigliere alla Casa Bianca per la Sicurezza Interna,
Richard A. Falkenrath, questa politica era concepita per incistare lo
jihadismo, utilizzarlo sul posto e assicurarsi che non giungesse
negli Stati Uniti. [5]

A
settembre 2013, centinaia di jihadisti dell”Esercito siriano libero
(la milizia sostenuta dalla Francia e che inalbera la bandiera della
colonizzazione francese) sostenuti da elementi del Fronte al-Nusra
(branca siriana di al-Qa”ida) sono arrivati dalla Turchia per
prendere il villaggio di Ma”lula, violentare le sue donne, uccidere i
suoi uomini e profanare le sue chiese. Ma”lula non ha da offrire
alcun interesse strategico militare. Questo attacco era unicamente un
modo per perseguitare visibilmente i cristiani, dei quali Ma”lula è
il simbolo siriano da quasi duemila anni.

Nel marzo
del 2014, centinaia di jihadisti del Fronte al-Nusra e dell”Esercito
dell”Islam (pro-sauditi) sono arrivati dalla Turchia, inquadrati
dall”esercito turco, per saccheggiare la città di Kessab. La
popolazione riuscì a fuggire prima di essere massacrata. Quando
l”Esercito arabo siriano venne in soccorso, la Turchia lo combatté,
e abbatté uno dei suoi aerei. Kessab è di importanza strategica per
la NATO, in ragione della sua vicinanza a una base di radar russi che
sorveglia la base turca dell”Alleanza che si trova a Incirlik. Gli
abitanti di Kessab sono armeni le cui famiglie erano fuggite dai
massacri perpetrati dai Giovani Turchi.

La
Turchia attuale ammette i genocidi?

Occorre
quindi porci la questione: nel negare che il massacro degli armeni in
generale e di diverse minoranze prevalentemente cristiane, accaduto
nel periodo 1915-1925, sia stato organizzato dal Comitato di Unione e
Progresso, la Turchia non afferma forse che il genocidio non sia un
crimine, ma una politica come un”altra?

La
politica dell”attuale governo turco si fonda sulla «dottrina
Davutoğlu», dal nome dell”attuale Primo ministro. Secondo questo
professore di Scienze Politiche, la Turchia deve ripristinare la sua
influenza dell”era ottomana e unificare il Vicino Oriente sulla base
dell”Islam sunnita.

In un
primo momento, l”amministrazione Erdoğan ha sostenuto la risoluzione
dei conflitti lasciati in sospeso dopo la caduta dell”Impero
Ottomano, che ha definito come una politica di «zero problemi» con
i suoi vicini. Cogliendo la palla al balzo, la Siria e l”Iran
negoziarono allora una zona di libero scambio che provocò un boom
economico nei tre paesi. Ma nel 2011, durante la guerra della NATO
contro la Libia, la Turchia abbandonò il suo atteggiamento
conciliante per imporsi come potenza belligerante. Da allora, si è
di nuovo messa a litigare con tutti i suoi vicini, con l”eccezione
dell”Azerbaigian.

Il sostegno francese
alla Turchia

Durante
le guerre contro la Libia e contro la Siria, la Turchia e la Francia
si sono riavvicinate fino a forgiare un vero e proprio patto, nella
linea dell”alleanza franco-ottomana voluta da Francesco I e Solimano
il Magnifico; un”alleanza che durò due secoli e mezzo e si concluse
solo con Napoleone Bonaparte, per riemergere poi brevemente durante
la guerra di Crimea.

La nuova
alleanza fu ratificata dal ministro degli Esteri francese, Laurent
Fabius, che nel febbraio del 2013 ha tolto il veto francese
all”adesione della Turchia all”Unione europea ed è impegnato ormai
addirittura a favorirne l”ingresso.

In base a
ciò, François Hollande e Laurent Fabius, Recep Tayyip Erdoğan e
Ahmet Davutoğlu sono stati i mandanti di un”operazione congiunta
volta a far assassinare il presidente Bashar al-Assad e il suo
ministro degli Esteri Walid al-Moallem da parte del personale di
pulizia del palazzo presidenziale, ma l”operazione è fallita.

Nell”estate
del 2013, la Turchia organizzò il bombardamento chimico della
Ghoutta e di questo accusò la Siria. Sostenuta dalla Francia, ha
cercato di trascinare gli Stati Uniti in un bombardamento della
capitale e un rovesciamento della Repubblica araba siriana. Entrambi
i paesi hanno cercato di riportare Washington al suo progetto
iniziale di rovesciamento della Repubblica araba siriana.

Un
documento, presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
attesta che dopo un voto segreto del Congresso USA, nel gennaio 2014,
volto ad armare e finanziare i ribelli siriani al fine di attuare la
pulizia etnica della regione, la Francia e la Turchia hanno
continuato segretamente ad armare insieme il Fronte al-Nusra (cioè
al-Qa”ida) affinché combattesse contro Daesh. Si trattava sempre di
ricondurre Washington al suo progetto iniziale.

Notiamo
di passaggio che non è stata solo la Turchia, ma anche la Francia,
ad aver armato gli jihadisti che hanno attaccato le città cristiane
di Ma”lula e Kessab, stuprato le loro donne, ammazzato i loro uomini
e profanato le loro chiese.

La corruzione dei
dirigenti francesi da parte della Turchia

Mentre la
stampa evoca spesso la corruzione della classe dirigente francese da
parte del Qatar, non proferisce parola sull”enorme investimento della
Turchia sui politici francesi.

La prova
di questa corruzione: il silenzio dei dirigenti francesi
sull”evoluzione interna della Turchia (record mondiale
nell”incarcerazione di giornalisti, avvocati e ufficiali superiori),
sul suo sostegno al terrorismo internazionale (la giustizia turca ha
stabilito che Erdoğan ha incontrato 12 volte il banchiere di
al-Qa”ida; la Turchia è la patria di quattro campi di al-Qa”ida e ha
organizzato il transito di decine di migliaia di jihadisti), sul
saccheggio della Siria (migliaia di fabbriche sono state smantellate
nel distretto di Aleppo e trasferite in Turchia) e sui suoi massacri
(Ma”lula, Kessab, e presto forse Kobané).

Il
padronato turco – fedele alleato di Erdoğan – ha creato, nel
2009, l”Istituto del Bosforo incaricato di promuovere i legami tra i
due paesi [6]. Il suo comitato scientifico, co-presieduto da Anne
Lauvergeon [7], comprende la crema dei politici francesi dell”UMP
(Jean-François Coppe [8] e Alain Juppé [9]), del Partito Socialista
(Elisabeth Guigou [10] e Pierre Moscovici [11]), molti di quelli
vicini al presidente Hollande (Jean-Pierre Jouyet [12] e Henri de
Castries [13]), e perfino ex comunisti, solo per citare qualche
esempio.

Non è
certo nello spirito di queste personalità, alcune delle quali sono
onorevoli, quello di approvare i massacri commessi da Ankara. Eppure
questo è ciò che fanno.

Alleandosi con la
Turchia, la Francia è diventata complice attiva dei suoi massacri.

NOTE:

[1]
“
Remarks by Joe Biden at the John F. Kennedy Forum”,
by Joseph R. Biden Jr.,
Voltaire
Network
,
2 Ottobre 2014.

[2]
“
Remarks by U.S. Treasury Under Secretary David S. Cohen on Attacking ISIL’sFinancial Foundation”,
David S. Cohen,
Carnegie
Endowment for International Peace
,
23 ottobre 2014.

[3]
Statistics
of Democide: Genocide and Mass Murder Since 1900
,
R.J. Rummel, Transaction, 1998, pp. 223-235.

[4]
I Giovani Turchi erano un partito politico nazionalista
rivoluzionario e riformatore ottomano, ufficialmente conosciuto sotto
il nome di Comitato Unione e Progresso (CUP). Si alleò alle
minoranze e rovesciò il sultano Abdülhamid II. Giunto al potere,
mise in opera una politica di turchizzazione che lo condusse a
pianificare il genocidio delle minoranze, principalmente degli
Armeni.

[5]
Citato in «
If Democracy Fails, Try Civil War»,
Al Kamen,
The
Washington Post
,
25 settembre 2005.

[6]
Si veda il sito web dell’
Istituto del Bosforo.

[7]
Ex collaboratrice di François Mitterrand, divenne direttrice d’Areva
(2001-2011). Attualmente è presidente della Commissione
sull’innovazione.

[8]
Deputato, ex ministro ed ex presidente dell’UMP.

[9]
Sindaco di Bordeaux, ex Primo ministro ed ex presidente dell’UMP,
divenne ministro degli Esteri all”inizio delle guerre contro la Libia
e la Siria.

[10]
Ex collaboratrice di François Mitterrand ed ex ministra, attuale
presidente della Commissione parlamentare degli Esteri dell’Assemblea
nazionale.

[11]
Deputato ed ex ministro, è stato designato per diventare commissario
europeo.

[12]
Alto funzionario, amico di lunga data di François Hollande, è oggi
segretario generale dell’Eliseo.

[13]
Vecchio amico di François Hollande, attualmente è direttore
generale delle assicurazioni AXA.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”(Siria),
in versione tedesca sulla 
“Neue
Reinische Zeitung”
,
in lingua russa sulla 
“Komsomolskaja
Pravda”
, in
inglese su
“Information
Clearing House”
,
in francese sul 
“Réseau
Voltaire”
.

Thierry
Meyssan, 25 ottobre 2014.

Traduzione
per Megachip a cura di Matzu Yagi.

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