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'L''esercito russo ha cominciato a impegnarsi in Siria'

Benché Mosca ci vada cauta, ha costituito una Commissione russo-siriana, fornito armi e intelligence, inviato consulenti. In accordo vigile con gli USA. [T. Meyssan]

'L''esercito russo ha cominciato a impegnarsi in Siria'
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24 Agosto 2015 - 16.04


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica
internazionale n°142

di Thierry Meyssan.

Nella foto: il generale Valery Gerasimov. Originario del Tatarstan, Capo di
Stato Maggiore delle forze armate della Federazione Russa e vice ministro della
Difesa, conosce bene l”Islam. Inoltre, ha represso dei crimini commessi da
altri militari russi in Cecenia e ha vittoriosamente combattuto le forze
jihadiste dell”Emirato islamico d”Ichkeria.

Si tratta di un cambiamento profondo e
significativo che si è appena realizzato nel Levante: l”esercito russo comincia
a impegnarsi contro il terrorismo in Siria. Benché sia assente dalla scena
internazionale dal tempo della dissoluzione dell”Unione Sovietica e benché
proceda con cautela, ha appena costituito una Commissione russo-siriana,
fornito armi e intelligence, e inviato consulenti. Tutto questo, più o meno
coordinato con la Casa Bianca.

DAMASCO (Siria) – La Russia, che aveva
negoziato un”alleanza regionale contro l”Emirato islamico che coinvolgesse
l”Arabia Saudita, la Siria e la Turchia, ha dovuto cambiare strategia dopo la
giravolta turca. Ankara ha deciso di rompere con Mosca, annullando senza motivo
il contratto del gasdotto Turkish Stream,
creando con l”Ucraina una Brigata islamica internazionale per destabilizzare la
Crimea [1], e andando a dare rinforzi all”Emirato islamico contro i curdi del
PKK e dell”YPG.

Allo stesso modo, la Casa Bianca ha
dovuto cambiare strategia dopo le manovre del generale John Allen che si era
adoperato presso il presidente Recep Tayyip Erdoğan per creare una “zona
di sicurezza” per l”Emirato islamico nel nord della Siria [2].

In ultima analisi, Mosca e Washington
hanno coordinato:

– il ritiro dei
missili Patriot di stanza in Turchia;

– la creazione di
una Commissione militare russo-siriana.

La fine della Zona non sorvolabile

I missili Patriot erano stati installati a partire da gennaio 2013 dalla NATO
in Turchia per impedire che l”aeronautica militare siriana si schierasse lungo
la frontiera. In questo modo, gli jihadisti di al-Nusra (al-Qa”ida) avevano
potuto impadronirsi del Nord del paese. A partire dall”estate del 2014, questa
zona impossibile da sorvolare era stata occupata dall”Emirato Islamico (ISIS, ndt).

Così, durante la battaglia di Kobané, l”aeronautica militare siriana non aveva potuto
bombardare l”Emirato islamico ed era stata costretta a tentare uno sfondamento
via terra per salvare la città. Poiché non riusciva ad attraversare gli ultimi
30 chilometri, i media atlantisti presentarono le forze curde dell”YPG come
indipendenti da Damasco, mentre la Repubblica araba siriana aveva loro fornito
le sue armi e pagato i loro soldati.

I missili Patriot, originariamente schierati dalla Germania e dai Paesi
Bassi,sono oggi tedeschi e spagnoli. Essi saranno prima revisionati e
ammodernati, poi ridispiegati in Lituania, lungo la frontiera russa.

L”ingresso dell”esercito russo nella
guerra contro la Siria

Ancorché dall”inizio del conflitto la
Russia si sia astenuta dal partecipare alle operazioni militari, ha appena
creato una Commissione militare russo-siriana. Eppure, la NATO ha organizzato
l”insieme degli eventi della cosiddetta “Primavera araba”, tra i quali
la guerra contro la Siria, e ha coordinato i gruppi jihadisti stranieri nonché
i loro collaboratori libici e siriani, definiti “ribelli”, dalla base
turca di Izmir [3], che da allora è diventata la sede del LancCom (comando
delle forze di terra dei 28 Stati membri dell”Alleanza atlantica).

In poche settimane, numerosi
consiglieri militari sono arrivati a Damasco.

Sei Mikoyan MiG-31 sono stati
consegnati. Questi aerei sono i migliori intercettori del mondo. Erano stati
acquistati nel 2007, ma il contratto era stato bloccato. La loro consegna non
rientra nell”ambito di applicazione dell”embargo sulle armi, perché non possono
essere utilizzati per le operazioni di mantenimento dell”ordine, ma solo per la
Difesa nazionale, nello specifico per fronteggiare incursioni di Israele o
della Turchia. Con svariati pretesti, questi due Stati sono intervenuti più
volte durante la guerra per sostenere gli jihadisti quando erano in difficoltà.

Così, il 30 gennaio 2013, l”esercito
israeliano ha bombardato Centro di Ricerca Militare di Jemraya con il pretesto
di distruggere armi destinate a Hezbollah. In realtà si trattava di distruggere
una valigetta di comunicazioni di dati satellitari della NATO, sequestrata
dall”esercito arabo siriano, prima che questo potesse penetrare nel sistema di
crittografia [4]. L”operazione era stata condotta dall”aeonautica militare
israeliana in coordinamento con l”Esercito siriano libero, anch”esso inquadrato
da ufficiali della Legione straniera francese, sotto la supervisione del
LandCom della NATO.

Contemporaneamente, l”esercito russo ha
appena fornito, per la prima volta, delle immagini satellitari alla Siria.
Questa decisione, attesa da cinque anni, inverte la situazione militare. In
effetti, sin qui gli jihadisti sono spesso sfuggiti all”esercito arabo siriano
grazie alle immagini satellitari che la NATO forniva loro in tempo reale. Anche
se da un semestre, pare che la NATO non condivida più le sue informazioni con
l”Emirato Islamico, ma solo con il Fronte al-Nusra (al-Qa”ida).

Infine, i consiglieri militari russi
raccolgono numerose informazioni in modo da studiare la possibilità di uno
schieramento internazionale sotto l”egida delle Nazioni Unite. Dovrebbero
presentare un rapporto al Cremlino che studierà altrettanto bene sia la
possibilità di un”operazione russa sia di un”operazione congiunta
dell”Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). Questa si
riunirà a Dushanbe, in Tagikistan, il 15 settembre. Uno schieramento della CSTO
era già stato proposto nel giugno 2012 in occasione della preparazione della
“Conferenza di Ginevra 1” [5].

In effetti, questa alleanza militare
comprende tre Stati con popolazione musulmana, il Kazakistan, il Kirghizistan e
il Tagikistan, più adatti rispetto alla Russia nel combattere contro terroristi
che si richiamano all”Islam. Tuttavia, all”epoca,
la
CSTO
non era d”accordo con l”ONU per
effettuare operazioni di pace. Tutto ciò è stato risolto il 28 settembre 2012 e
potrebbe applicarsi tanto in Afghanistan quanto in Siria [6].

I limiti della cooperazione tra il
Cremlino e la Casa Bianca

In ogni caso, la cooperazione tra il
Cremlino e la Casa Bianca ha i suoi limiti: la Russia vuole sradicare gli
jihadisti prima che si rivoltino contro di essa, mentre gli Stati Uniti sperano
che alcuni dei essi possano essere attivati in altri conflitti, come fu in
precedenza nel caso dell”Afghanistan, della Bosnia-Erzegovina, della Cecenia e
del Kosovo.

Già ora, alcuni elementi di Daesh sono
arrivati a Kherson (Ucraina), dove già si trova un presunto “governo della
Crimea in esilio”.

È evidente che, da parte statunitense,
il ritiro dei Patriot sia una
trappola. Washington sarebbe felice che la Russia riducesse il numero degli
jihadisti, ma non sarebbe certo infelice se essa si impantanasse in Siria.
Questo è il motivo per cui l”orso russo procede con cautela.

NOTE

[1] «L’Ukraine et la
Turquie créent une Brigade internationale islamique contre la Russie
», par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 12 août
2015.

[2] «Clinton Juppé, Erdoğan, Daesh e il PKK», di Thierry
Meyssan, Rete Voltaire, 3 agosto
2015. Pubblicato su Megachip con il titolo «Siria:
retorica e verità
».

[3] «Izmir
base likely to becomeNATO’s Land Component Command
», Today’s Zaman, 6 juin 2011.

[4] «ELS ed Israele hanno attaccato un centro di ricerca
siriano
», Rete
Voltaire
, 31 gennaio, 2013.

[5] «Vladimir Putin propone una forza di peacekeeping della
CSTO
», Rete Voltaire,
4 Giugno 2012.

Thierry Meyssan, 23 agosto 2015.

Traduzione a cura di Megachip.

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