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La Russia toglie le sue castagne dal fuoco

I negoziati 5+1 arrancano: Mosca vuole che il nuovo ordine regionale in Medio Oriente allargato non violi i suoi interessi. [Thierry Meyssan]

La Russia toglie le sue castagne dal fuoco
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12 Luglio 2015 - 18.45


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Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°136

di
Thierry Meyssan
.

I
negoziati 5 + 1 arrancano, non a causa di Washington e Teheran, ma
perché Mosca intende che il nuovo ordine regionale in Medio Oriente
allargato non violi i suoi interessi. Thierry Meyssan solleva il velo
sul prolungamento dei colloqui a Losanna.

Da
sinistra a destra: Riad Haddad (ambasciatore siriano a Mosca), Walid
Moallem (ministro siriano degli Affari Esteri), Bouthaina Shaaban
(Consigliere Speciale del Presidente al-Assad) Sergei Lavrov
(Ministro degli Esteri russo) Vladimir Putin (Presidente della
Federazione Russa), il 29 giugno 2015.

I
negoziati 5 + 1 vanno per le lunghe . Dopo i problemi di salute di
Kerry e Zarif, ogni sorta di pretesto è stato sollevato per rinviare
la firma dell”accordo. Tuttavia, né Washington né Teheran sembrano
prese dal panico. Al contrario, tutto funziona come se il problema
non fosse tra gli Stati Uniti e l”Iran, ma tra loro e il Consiglio di
Sicurezza.

Ho
qui rivelato i negoziati segreti tra Israele e l”Arabia Saudita per
adattarsi alle conseguenze dell”accordo [1]. Non dispongo di
informazioni altrettanto precise sull”iniziativa russa, ma possiamo
dedurla nelle sue grandi linee.

L”accordo
statunitense-iraniano [2] è la seconda migliore strategia per il
presidente Obama dopo il fallimento della spartizione del «Medio
Oriente allargato» con la Russia, nel 2013 [3].

In
occasione della prima conferenza di Ginevra sulla Siria (ma senza di
essa), Washington puntava ad affidare a Mosca il compito di arginare
i paesi arabi e garantire la sicurezza di Israele, dove risiedono
oltre un milione di ex sovietici. Tuttavia, questo piano è fallito,
non tanto per colpa dei russi, ma a causa delle divisioni in seno
all”amministrazione Obama. Quelli ossessionati dalla guerra fredda,
in testa Hillary Clinton e il generale David Petraeus, sabotarono
l”accordo.

È
quindi del tutto logico che Mosca oggi si assicuri che i negoziati
statunitensi-iraniani non siano fatti a
spese
spese.

Quali
sono gli obiettivi strategici della Russia?

A
livello globale, la Russia e la Cina continuano il loro progetto
volto
a

creare percorsi continentali che garantiscano la loro libertà
economica. Mentre gli Stati Uniti stanno cercando con tutti i mezzi
di impedirli per poter mantenere il dominio del mondo attraverso il
controllo delle rotte marittime (teoria del «controllo degli spazi
comuni»). [4]

Il
gas contro le armi

Per
quanto riguarda il «Medio Oriente allargato» [5], la Russia
considera che il proprio interesse consista nell”avere al suo confine
meridionale un Iran abbastanza forte da impedire un”invasione
filo-occidentale, ma non troppo forte da tornare ai fantasmi
dell”impero persiano. Vladimir Putin oggi intrattiene ottimi rapporti
sia con la Guida della Rivoluzione, l”Ayatollah Khamenei, sia con il
Presidente della Repubblica, lo sceicco Rohani. Ha preso atto sia dei
successi militari dei Guardiani della Rivoluzione in Palestina, in
Libano, in Siria, in Iraq e in Bahrain, così come del formidabile
sviluppo industriale dell”Iran. Più volte alla settimana, emissari
russi, formali o informali, si recano a Teheran per scambiare
informazioni politiche, ma anche militari ed economiche.

La
Russia è preoccupata per le conseguenze della prossima vendita del
gas iraniano all”Unione europea; un progetto che è stato
originariamente ideato dagli Stati Uniti in modo che Bruxelles
potesse fare a meno del gas russo. Ma nello spirito di Mosca, questo
rischio esiste solo a breve termine, poiché la Russia si distoglierà
gradualmente dall”Unione europea e, a medio termine, venderà il suo
gas alla Cina. Il rischio per le finanze russe esiste quindi solo per
un periodo inferiore a 5 anni, o meno; giusto il tempo di costruire o
rafforzare i gasdotti attraverso la Siberia. Per compensare la
vendita di gas iraniano al posto del gas russo verso l”Europa
occidentale, Teheran si è quindi impegnata ad acquistare per somme
considerevoli armamenti russi. Si tratterà principalmente di missili
antiaerei S-400, in grado di distruggere qualsiasi aeromobile in
volo.

Tuttavia,
questo accordo si trova
in
contrasto

con la risoluzione 1929 del Consiglio di Sicurezza, che vieta
l”esportazione di armi all”Iran [6]; una risoluzione che il
presidente Medvedev aveva deciso di sostenere e applicare provocando
una crisi con l”allora suo primo ministro Vladimir Putin. È per
quest
o
che lo stesso Vladimir Putin oggi domanda che questa risoluzione sia
abrogata prima della firma dell”accordo 5 + 1.

Questo
punto non dovrebbe offendere Washington, ma aumenterà la divisione
del mondo in due blocchi.

Il
terrorismo

L”altro
interesse strategico russo in questa materia è il futuro d
i
Daesh. Non vi è
più
dubbio
che l”organizzazione terroristica, ora controllata dalla Turchia e
finanziat
a
da una parte della famiglia reale saudita, è pront
a
ad abbandonare l”Iraq e la Siria
per
schierarsi
nel Caucaso russo. Dal settembre 2014, la leadership della Emirato
islamico è stat
a
epurat
a
dei suoi
ufficiali
magherebini.
Sono
stati quasi tutti sostituiti da ex sovietici, soprattutto georgiani e
uzbeki. Attualmente,
le
comunicazioni interne

degli
ufficiali
di
Daesh,
attraverso
i
walkie-talkie,
non
sono
più
in arabo, ma quasi sempre in russo;
gli
j
ihadisti
sono solo carne da cannone. Mosca deve
dunque
eliminare
Daesh
attualmente
nel

Vicino
Oriente”, o
dovrà
combatterlo sul proprio suolo, domani nel Caucaso.

Ecco
perché

la Russia ha
convocato
una delegazione siriana a Mosca. Con grande sorpresa del ministro
degli Esteri siriano, Walid Moallem, la delegazione non ha discusso
con il suo omologo russo, Sergei Lavrov, ma è stat
a
ricevut
a
dal Presidente Putin,
il
29
giugno,
Questi
l”ha
accolta
calorosamente in pubblico, alla presenza della stampa,
per
consegnargli

un lungo discorso che indica il progetto russo: la Siria deve
avvicinarsi
all”Arabia
Saudita,
alla
Giordania e
alla
Turchia
per
eliminare
Daesh . Poi, Moallem è stato invitato a
prendere
la parola

alla conferenza stampa
a
fianco del

Presidente Putin,
senza
aver

mai avuto la possibilità di risponder
gli.

Chiaramente,
la Russia aveva segretamente discusso di questo progetto non solo con
l”Arabia
saudita
[7],
la
Giordania e
la
Turchia
[8], ma anche con l”Iran.
Ha
tenuto a

dimostrare
al
resto
del
mondo
di
essere

in grado di dettare la
sua
politica
alla
Siria. Quest”ultima,
benché
sconcertata

dal piano russo, non può non trovar
vi
un
suo
tornaconto
dal momento che segn
erebbe
la fine della guerra.

Inoltre,
il
piano

russo corrisponde alla posizione siriana
che,
da gennaio 2014 e la seconda conferenza di Ginevra (dov
”era
invitata a differenza della prima conferenza),
fa
appello

all”unità
internazionale
per
far fronte al

terrorismo. Una posizione che
non
ha

smesso
di far sogghignare
,
visto
che gl
i
jihadisti sono
sostenuti,
sotto il nome di «opposizione moderata» siriana… dall”Arabia
Saudita,
la
Giordania,
la
Turchia,
e, in generale, dalla NATO.

Il
piano
russo
e
realizzabile
?

Il
piano russo, che è nell”interesse di tutti gli Stati del “Medio
Oriente allargato”,
contravviene
tuttavia a
gli
accordi già negoziati tra i sauditi e gli israeliani. Inoltre,
esso
priva
la
Turchia
– e quindi la NATO –
della
sua carta principale: il controllo del
lo
jihadismo internazionale. La sua attuazione dipende dall”equilibrio
interno di ciascuno Stato
implicato;
un tema che comprende molt
issime
incertezze, ma di cui i servizi russi devono essere ben informat
i.

In
realtà, il piano russo solleva la questione della sincerità degli
Stati Uniti. Vogliono davvero la pace nel “Medio Oriente
allargato” (per trasferire le loro truppe in Estremo Oriente) e
sono pronti per
questo
a
privarsi
di

Daesh come futura arma contro la Russia?

È
per questo che le consultazioni continuano.
Il
p
residente
Rohani
si
è recato

in Russia
in
occasione del

vertice BRICS e
dell”Organizzaione
di Cooperazione di

Shanghai
a
Ufa, il presidente Putin si recherà in visita in Turchia prima della
formazione del nuovo governo o le prossime elezioni parlamentari,
mentre il re Salman
dell”Arabia
Saudita è atteso a Mosca.

NOTE

[1]
«
Esclusivo:
i progetti segreti di Israele e Arabia Saudita
»,
di
Thierry Meyssan,
Rete
Voltaire
,
Megachip,
22
giugno
2015.

[2]
«Come
diventerà il Vicino Oriente dopo l’accordo tra Washington e
Teheran?
»,
di
Thierry Meyssan,
Rete
Voltaire,
Megachip,
18
maggio
2015.

[3]
«
Obama
e Putin si spartiranno il Medio Oriente?
»,
di
Thierry Meyssan,
Оdnako
(Russi
a),
Rete
Voltaire
,
2
3
febbraio
2013.

[4]
“
The
Geopolitics of American Global Decline
”,
by Alfred McCoy,
Tom
Dispatch

(USA),
Voltaire
Network
,
22
giugno
2015.

[5]
«
Quale
ruolo per la Russia in Medio Oriente?
»,
di
Thierry Meyssan,
Оdnako
(Russi
a),
Rete
Voltaire
,
1
agosto
2010.

[6]
«
Résolution
1929 du Conseil de sécurité
»,
Réseau
Voltaire,

9
giugno
2010.

[7]
«
Arabie
saoudite et Russie : nouvelle prise de contact
»,
par Boris Dolgov,
Strategic
Culture Foundation

(Russi
a),
Réseau
Voltaire
,
9
giugno
2015.

[8]
«
Come
Vladimir Putin ha ribaltato la strategia della NATO
»,
di
Thierry Meyssan,
Оdnako
(Russie),
Rete
Voltaire,
Megachip,
8 d
icembre
2014.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano“Al-Watan”(Siria),
in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”,
in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”,
in inglese su“Information Clearing House”, in
francese sul“Réseau Voltaire”.

Thierry
Meyssan, 12 luglio 2015.

Traduzione
a cura di Matzu Yagi.

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