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Contro i Saviano. I profeti della retorica buonista di sinistra

Contro lo schema del perbenismo nei salottini della retorica banale. Oggi serve di più: conoscenze condivise e fuori dagli schemi del potere. [Antonio Cipriani]

Contro i Saviano. I profeti della retorica buonista di sinistra
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30 Novembre 2013 - 00.03


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di Antonio Cipriani

Ho ritrovato vecchie cose scritte per l”Unità negli anni Ottanta.
Giusto per riprendere le inutili domande di Saviano su dove fossero i
giornalisti prima del suo avvento mediatico, in quella capsula del tempo
c”erano pezzi di un”inchiesta dell”86 e dell”87 – a mia firma – su
bidoni tossici interrati, su veleni sversati e falde acquifere
intossicate. Una pura coincidenza. Lavoro sul campo, non copiaincolla
dalle inchieste degli altri. Lavoro con testimoni veri (uno dopo aver
rivelato una storia di interramenti notturni fu pestato e dovette
cambiare paese), con appostamenti, fughe e rincorse, minacce. Spesso con
i carabinieri alle calcagna. Ricordo il grande fotografo Rodrigo Pais
che all”ennesimo arrivo dei carabinieri, mentre facevamo foto e
cercavamo testimonianze, si infuriò con me, giornalista novellino che
cercava guai.

Fu inchiesta come si faceva un tempo. Quando internet non
c”era e si pedalava all”aperto. Prelevando anche l”acqua per farla
analizzare, perché era chiaro che le sorgenti fossero state inquinate da
quella follia mafiosa, con complicità istituzionali. Quante fossero non
è chiaro neanche oggi.

Eravamo solo cronisti. Cercavamo le notizie e facevamo le inchieste con
umiltà e senza soldi né mezzi tecnologici. Ci sembrava giusto perché
volevamo cambiare il mondo, dare un contributo di chiarezza e verità.
Abbattere il muro di ingiustizie e menzogne che in questa democrazia è
sempre stato solido. Studiavamo le carte e consumavamo le scarpe. Senza
mediazioni, senza neanche un dubbio che fosse una strada che non
garantisse successi luccicanti e amicizie che contano. Anzi.

Era così, semplicemente. Giovani, ci confrontavamo con chi aveva
esperienza: si discuteva, si imparava. Si faticava per sapere una cosa
in più, per raccontare una storia, denunciare un abuso. Prima che
arrivasse la polizia, prima che ci fosse un”inchiesta giudiziaria. Non
era informazione fatta sui verbali, questo è sicuro. Poi negli anni
Novanta le cose sono cambiate e tanto. A voltarsi indietro, oggi,
vengono i brividi. E penso che proprio il passaggio da un giornalismo
civile e popolare a un fenomeno da baraccone mediatico (lento e
inesorabile in almeno venti anni) abbia contribuito allo sviluppo di
questa mediocrità politica e devastazione culturale nella quale ci
muoviamo, navighiamo, votiamo, discutiamo (o per lo meno ascoltiamo
seduti sul divano).

Nessun rammarico, né senso di sconfitta. E” che dopo un po” la
logica delle paillettes, dei buoni propositi retorici e di rassicurante
decoro, degli eroi mediatici e dei bravi confezionatori dell”ovvio, con
un pizzico di ironia e un mare di tweet, prende alle scatole. E basta
con l”arena mediatica, con dieci persone di numero a dirci come va il
mondo e milioni a pigiare col ditino sul telecomando. Chi ne trae
vantaggio lo faccia pure. Credo sia diritto del potere mantenere lo
status quo. Ma chi paga le conseguenze di una caduta etica e di una
servitù culturale, invece no. Alzi la testa: è nel diritto di chi
subisce ingiustizie.

La rete, se rete deve essere, non può che essere umana, vera, di
partecipazione e conoscenza. E deve servire per mettere in connessione
tante attività che non possono più passare (non devono più passare)
solamente per il setaccio radiotelevisivo, o per i media tradizionali
che hanno i loro motivi (giusti) per scegliere dove puntare i riflettori
e dove lasciare il buio informativo. Che hanno la forza (ancora oggi,
ma non per sempre) di imporre eroi mediatici e cartonati della realtà.

Decoro e pappagalli. Così di fronte all”ennesima palla ad
effetto gonfia di niente, per scrollarci di dosso i rottami di un
sistema culturale non decaduto, ho preso carta e penna e scrivo. La
partita non è finita. Comincia adesso e serve la consapevolezza che
l”insieme delle azioni semplici abbia un valore assoluto, anche se chi
opera non va a sedersi in tv. E la consapevolezza che occorra agire nel
campo delle conoscenze condivise, senza cadere nell”equivoco
dell”ultimo complotto, dello slogan retweettato, del costruirsi verità
compartimentate da sette, della corsa allo star-system dei social media.
Senza pappagallare un sistema televisivo di pochi eroi che
rappresentano come nel teatro antico i modelli educativi per tutti.

Perché ci sono tante eccellenze in giro. Tanti grandi cronisti che
continuano a pensare e a scrivere lontano dai riflettori, a cercare e a
raccontare senza per forza passare dalle forche caudine dello scoop dei
verbali giudiziari come unica risorsa. Tanti giovani, tosti e
coraggiosi, che girano e fanno inchieste, reportage sul campo e si
sbattono senza alcun riconoscimento apparente. Giornalisti? Non so e non
importa. Testimoni e narratori sul campo. Con una dote forte, bella e
nel contempo antica: senza attrazione per il potere, per i suoi palazzi,
per i rituali della camicia con le iniziali ricamate. Senza
appartenenza a un decoro perbenista, politicamente corretto e un po” di
sinistra, che annulla ogni potenzialità esplosiva delle conoscenze
condivise, con le sue modalità di compromesso e di facile ironia
intelligente a nascondere ogni battaglia culturale persa negli anni.

Comincia adesso, da chi non si è arreso e da chi non si arrende
alla banalità assoluta. E comincia sul territorio, lungo le strade dove
poggiano i nostri piedi. Bisogna battersi per coltivare la cultura
critica e il dubbio, senza cullarsi dietro gli steccati di certezze
assolute. E camminare sul confine con tutti i mezzi creativi e
tecnologici che abbiamo a disposizione, perché quando il centro crolla
(e sta crollando) è sui confini che rinasce la civiltà.

 Twitter: Ciprianis

 

Fonte: [url”http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=51861&typeb=0&Contro-i-saviano-e-i-profeti-della-retorica-buonista-di-sinistra”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=51861&typeb=0&Contro-i-saviano-e-i-profeti-della-retorica-buonista-di-sinistra[/url]

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