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No Guerra No NATO: un movimento europeo

#NoNATO - Avere un alleato che ti minaccia non è una bella cosa. Un alleato sincero non dovrebbe minacciarti. Se ti minaccia non è un alleato, è un nemico. [Giulietto Chiesa]

No Guerra No NATO: un movimento europeo
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29 Ottobre 2015 - 22.54


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Intervista a Giulietto Chiesa a cura di Chris Barlati.


ROMA – Il Comitato No Guerra No NATO ha
organizzato un Convegno internazionale per favorire l’uscita dell’Italia
e dell’Europa dalla NATO. L’incontro si è svolto a
Roma, presso il Centro Congressi Cavour il 26 ottobre 2015. [QUI il rapporto sul simposio, ndr].


Al convegno hanno partecipato esponenti
parlamentari e dei movimenti contro la guerra, provenienti da tutta
Europa, per denunciare la mega esercitazione NATO Trident Juncture 2015
in corso nel Mediterraneo, in preparazione di nuove aggressioni NATO in
Africa, Asia ed Europa.  Per l’occasione ha presenziato Giulietto Chiesa,
giornalista, analista geopolitico e blogger del Fatto Quotidiano, a cui
abbiamo posto alcune domande.


Quali sono gli obiettivi di breve e medio periodo che si prefigge il comitato No Guerra No NATO?


«Raccogliere il più ampio numero
possibile di firme sotto il nostro appello per una Italia neutrale e
pacifica. Ma anche avviare una raccolta europea, e dare vita a un
comitato europeo che faccia da punto di riferimento per tutti i
movimenti, partiti, organizzazioni sindacali e culturali, singole
persone, che condividono un tale obiettivo. Questi primi mesi di
esperienza, raccogliendo ormai 15mila firme, ci dicono che quasi nessuno
sa cos’è la NATO, a cosa serve, perché esiste e altro ancora. Dunque
significa aprire un vasto dibattito nel Paese e in Europa perché la
gente sappia. Poi si dovrà avviare un’azione politica concertata in
tutte le sedi, a cominciare dai mass media, che ignorano la questione e
mentono sistematicamente.»


L’uscita dell’Italia e
dell’Europa dalla NATO comporterebbe la ridefinizione degli assetti
giuridici comunitari o solamente l’abbandono di quelli atlantici,
politici e militari?


«Molti di noi pensano che questa Europa
attuale sia semplicemente la faccia parallela della NATO. Dunque
bisognerà liberare dalla NATO anche la politica. Ma su questo punto la
discussione è aperta. Ci sono e ci saranno opinioni diverse. Noi non
stiamo fondando un partito. Stiamo cercando di ridurre il pericolo di
guerra. E la NATO è un’organizzazione che prepara e produce guerra.»


 Per quanto riguarda le singole, ma oramai delegate sovranità nazionali dei rispettivi Stati europei?


«Noi pensiamo che la prima e fondamentale questione di ricupero della sovranità sia l’uscita dalla NATO. La NATO comanda non solo la
politica militare. La NATO comanda la politica. Non esiste sovranità
nazionale nella NATO. Lo vediamo ogni giorno. Le decisioni NATO sono decisioni degli Stati Uniti. Cioè, gli Stati Uniti ordinano e noi eseguiamo. Questo significa che non siamo affatto sovrani.» 

Data l’importanza geostrategica
del nostro Paese, l’uscita dalla NATO comporterebbe automaticamente
l’avvicinamento dell’Italia alle potenze del blocco Asiatico? Se sì, non
si rischierebbe in tal modo di ricreare le premesse per una nuova
strategia della tensione?


«L’uscita dell’Italia dalla NATO
comporterebbe soltanto la riduzione del pericolo di essere coinvolti in
una guerra che non abbiamo deciso di volere. Neutrali significa che
nessuno ci percepirà come nemico. E sarà un passo avanti decisivo.
Inoltre essere neutrali significa acquisire non solo maggiore sicurezza
nazionale, ma anche la possibilità di aiutare i processi di pace
nell’area mediterranea. Ci avvicineremmo non solo all’Asia, ma a tutto
il mondo. Uscire da un’alleanza non significa entrare in un’altra
alleanza. Certo avremo minacce, ma verranno dagli Stati Uniti. Avere un alleato che ti minaccia non è una bella cosa. Un alleato sincero non dovrebbe minacciarti. Se ti minaccia non è un alleato, è un nemico.»


In che modo è possibile avallare l’uscita dall’Alleanza Atlantica senza rischiare ‘tragiche’ ripercussioni?


«Quali tragiche
ripercussioni? Il terrorismo è creatura anche occidentale. Certo gli
italiani conoscono la strategia della tensione. Sappiamo da dove venne.
Appunto dai servizi deviati e dalle ingerenze americane. Di nuovo da
loro. Altre minacce, altri ricatti sono all’orizzonte. La Germania li
sta già subendo. Ma un popolo che vuole mantenere la propria dignità e
il proprio benessere dovrebbe essere in grado di difendersi. Certo
l’Italia, da sola, non potrebbe farcela. Per questo io penso che il
movimento contro la NATO deve diventare un movimento europeo. In ogni
caso noi stiamo facendo un servizio democratico agli italiani. Saranno
gli italiani che dovranno decidere dove vogliono stare e come vogliono
vivere. L’essenziale è che sappiano quali sono le opzioni che li
attendono.»

Fonte: http://www.crudiezine.it/?p=10922.

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