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Vuoi la guerra? La Russia è pronta alla guerra

Mosca è pronta a far la guerra, ma non la vuole. Gli USA, la NATO e la Turchia, tuttavia, spesso si comportano come se la volessero [Pepe Escobar]

Vuoi la guerra? La Russia è pronta alla guerra
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19 Dicembre 2015 - 01.17


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di Pepe Escobar.

Nessuno
ha bisogno di leggere il saggio di Zbigniew Brzezinski del 1997, “La Grande
Scacchiera”, per sapere che la politica estera USA ruota attorno un unico
tema dominante: impedire – con tutti i mezzi necessari – l”emergere di una
potenza, o più potenze, in grado di ridimensionare la prepotenza unilaterale di
Washington, non solo in Eurasia ma in tutto il mondo.

Il
Pentagono trasmette lo stesso messaggio
incorporato nella neolingua: la dottrina della Full Spectrum Dominance (“dominio sull”intero spettro” ndt).

La
Siria sta portando tutti questi presupposti a crollare come un castello di
carte. Quindi non cӏ da stupirsi se nel giro degli ambienti dominanti di
Washington, ormai privi di una qualche visibile catena di comando (l”amministrazione
Obama si fatica perfino a qualificarla come anatra zoppa), l”angoscia sia la
norma.

Il
Pentagono è ora impegnato in una escalation
in stile Vietnam, fatta di stivali sul terreno, lungo il “Syraq”. Una
cinquantina di commandos si trovano
già nel nord della Siria per “consigliare” i curdi siriani dell”YPG,
così come alcuni sunniti “moderati”. Traduzione: comunicando loro quel
che Washington vuole che facciano. L”interpretazione ufficiale che viene
diffusa e manipolata dalla Casa Bianca è che questi commandos «sostengono le forze locali» (parole di Obama) nel
tagliare le linee di rifornimento che portano a Raqqa, la capitale del “Califfato”
taroccato.

Altri
200 membri delle Forze Speciali inviati in Iraq seguiranno presto,
presumibilmente per “impegnarsi in combattimenti diretti” contro la
dirigenza dell”ISIS/ISIL/Daesh, che ora si è rifugiata a Mosul. Questi
sviluppi, pubblicizzati come “sforzi” per «impegnarsi di nuovo e parzialmente
in Iraq e in Siria» stanno conducendo la consorteria dei think-tank
statunitensi a vergare ridicoli rapporti alla ricerca di «un perfetto
equilibrio tra un”invasione su vasta scala e un completo disimpegno» – quando
tutti sanno che Washington non si sgancerà mai dalla ricchezza petrolifera
strategica del Medio Oriente.

Tutti
questi stivali americani sul terreno, in teoria, dovrebbero essere coordinati,
a breve, con una nuova e spettacolarmente surrealista coalizione “islamica”
di 34 paesi (l”Iran non è stato invitato), istituita per combattere l”ISIS/ISIL/Daesh
nientemeno che da parte della matrice ideologica di tutte le ramificazioni del jihadismo
salafita, vale a dire l”Arabia Saudita wahhabita.

La
Siria è ora il Crocevia delle Coalizioni. Ce ne sono almeno quattro; il “4
+ 1″ (Russia, Siria, Iran, Iraq, più Hezbollah), che sta realmente
combattendo Daesh; la coalizione guidata dagli USA, una sorta di mini
combinazione NATO-CCG, ma con il CCG che non fa nulla; la collaborazione
militare diretta Russia-Francia; infine la nuova farsa “islamica” a
guida saudita. Esse sono contrapposte a un numero impressionante di coalizioni
salafite-jihadiste e alleanze di comodo che durano da pochi mesi a un paio
d”ore.

E
poi c”è la Turchia, che con il sultano Erdoğan mette in pratica un doppio gioco
perverso.

Sarajevo1914, tutto daccapo?

Definirla
“tesa” nemmeno si approssima alla descrizione dell”attuale tensione
geopolitica fra Russia e Turchia, che non mostra alcun segno di cedimento. L”Impero
del Caos trae generosamente vantaggio da tutto ciò in veste di spettatore
privilegiato: fino a quando la tensione perdura, le prospettive di integrazione
dell”Eurasia sono intralciate.

L”intelligence
russa ha sicuramente simulato tutti i possibili scenari che coinvolgano un
esercito turco della NATO al confine turco-siriano, nonché la possibilità che
Ankara chiuda il Bosforo e i Dardanelli al “Syria Express” dei russi.
Erdoğan potrebbe non essere tanto sciocco da offrire alla Russia un altro casus belli. Ma Mosca non si prende
alcun rischio.

La
Russia ha piazzato navi e sottomarini capaci di lanciare missili nucleari nel
caso in cui la Turchia sotto la copertura della NATO decida di aggredire la
posizione russa. Il Presidente Putin è stato chiaro: la Russia userà le armi
nucleari, se necessario, qualora le forze convenzionali siano minacciate.

Se
Ankara opta per la missione suicida di buttare giù un altro Su-24, o un Su-34, la
Russia semplicemente cancellerà lo spazio aereo lungo tutto il confine con gli
S-400. Se Ankara sotto la copertura della NATO risponde lanciando l”esercito
turco contro le posizioni russe, la Russia userà missili nucleari, trascinando
la NATO in guerra non solo in Siria, ma potenzialmente anche in Europa. E
questo implicherebbe l”uso di missili nucleari per mantenere l”uso strategico
russo del Bosforo aperto.

Ecco
perché possiamo fare un parallelo della Siria di oggi come l”equivalente di
Sarajevo 1914.

Dalla
metà del 2014 il Pentagono ha condotto tutti i tipi di giochi di guerra – ben
16 volte, sotto diversi scenari – che opponevano la NATO alla Russia. Tutti gli
scenari erano favorevoli alla NATO, ma tutte le simulazioni hanno prodotto lo
stesso vincitore: la Russia.

Ed
è per questo che il comportamento ondivago di Erdoğan terrorizza davvero un bel
po” dei veri attori, da Washington a Bruxelles.

Lascia che ti porti su un missile da crociera

Il
Pentagono è ben consapevole della terrificante pioggia di ferro e fuoco che la
Russia potrebbe scatenare, se provocata fino all”estremo da tipi alla Erdoğan.

Compiliamo
pure una lista abbreviata.

La
Russia può utilizzare il potente SS-18 – che la NATO ha codificato con il nome
di “Satana” (Satan): ogni “Satana” trasporta 10 testate,
con una resa di 750-1000 kilotoni ciascuna, sufficienti a distruggere un”area
delle dimensioni dello stato di New York.

L”ICBM
(missile balistico intercontinentale, ndt)
Topol M è il missile più veloce del mondo, a 21 Mach (25.600 kilometri
all”ora); contro di esso, non c”è difesa che tenga. Lanciato da Mosca, colpisce
New York City in 18 minuti, e Los Angeles in 22,8 minuti.

I
sottomarini russi – così come i sottomarini cinesi – sono in grado di lanciare dal
mare aperto verso gli USA, colpendo bersagli costieri entro un minuto.
Sottomarini cinesi sono emersi accanto a portaerei statunitensi senza che
fossero rilevati, e i sottomarini russi possono fare lo stesso.

Il
sistema antimissile S-500 è in grado di sigillare la Russia dagli ICBM e dai missili
da crociera. (Mosca ammetterà solo a microfoni accesi che gli S-500 saranno inaugurati
nel 2016, ma il fatto che gli S-400 saranno assai presto consegnati alla Cina
implica che gli S-500 possano essere già operativi).

L”S-500
fa sì che il missile Patriot somigli a un V-2 della seconda guerra mondiale.

Su
questo, un ex consigliere del capo delle Operazioni Navali USA ha
essenzialmente messo a verbale che tutto l”apparato di difesa missilistica
degli Stati Uniti non vale a niente.

La
Russia ha una flotta di bombardieri supersonici composta dai Tupolev Tu-160;
possono decollare da basi aeree poste in profondità nel cuore della Russia,
sorvolare il Polo Nord, lanciare missili da crociera a testata nucleare da
distanze di sicurezza sopra l”Atlantico, e tornare a casa a guardarsi il tutto
in TV.

La
Russia può paralizzare praticamente ogni base avanzata della NATO con armi
nucleari tattiche Рo da campo di battaglia Рa basso potenziale. Non ̬ un caso
che la Russia nel corso degli ultimi mesi abbia testato i tempi di risposta
della NATO in svariate occasioni.

Il
missile Iskander viaggia a sette volte la velocità del suono in un raggio di
400 km. È letale per aeroporti, punti logistici e altre infrastrutture stazionarie
lungo un vasto teatro di guerra, per esempio nel sud della Turchia.

La
NATO avrebbe bisogno di mettere fuori uso tutti questi Iskander. Ma poi avrebbe
bisogno di affrontare gli S-400 – o, peggio, gli S-500 – che la Russia può dispiegare
per coprire zone di difesa in quasi tutti i teatri di guerra immaginabili.
Posizionando gli S-400 a Kaliningrad, per esempio, paralizzerebbe tutte le
operazioni aeree della NATO nel profondo dell”Europa.

E
presiedendo alle decisioni militari, la Russia privilegia l”uso del Reflexive
Control (RC- Controllo Riflessivo, ndt).
Questa è una tattica che mira a trasmettere informazioni selezionate al nemico per
costringerlo a prendere decisioni controproducenti; una sorta di virus che
influenza e controlla il suo processo decisionale. La Russia utilizza l”RC
tatticamente, strategicamente e geopoliticamente. Un giovane Vladimir Putin ha
imparato tutto quello che c”era da sapere sull”RC alla 401ma scuola del KGB e
più avanti nella sua carriera di funzionario del KGB/FSB.

Va bene, Erdoğan e NATO; avete ancora
voglia di andare in guerra?

Traduzione
per Megachip a cura di Pino Cabras.

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