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Polonia e Ucraina a un passo dalla rottura. Eredi di Solidarnosc contro banderisti

Mai negli ultimi decenni i rapporti tra i due paesi hanno raggiunto un livello così basso. Da alleati contro Mosca a vicini di casa che si provocano a vicenda

Polonia e Ucraina a un passo dalla rottura. Eredi di Solidarnosc contro banderisti
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5 Giugno 2017 - 21.59


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di Omar Minniti.

Finisce la breve luna di miele tra Varsavia e gli ultranazionalisti ucraini. A farla sbocciare, durante le giornate di EuroMaidan, erano stati l’anticomunismo e l’odio verso Mosca, ma ora vecchie e nuove ruggini spingono i due paesi quasi ad un passo dalla rottura delle relazioni diplomatiche.

Dopo il golpe di Kiev che ha defenestrato il presidente Yanukovich, in Ucraina è stato un crescendo di attacchi contro le minoranze nazionali. Non solo i russofoni, ma anche polacchi, ruteni, ungheresi, romeni e greci. Per chi parla la lingua di Copernico, la situazione è particolarmente complicata. Leopoli e le regioni della Galizia e Volinia vengono considerate  culle della cultura polacca, ma sono anche le zone dove oggi l’estrema destra ucraina ha più seguito. Lì ha avuto luogo la più sanguinaria delle azioni di pulizia etnica operate dall’Upa di Stepan Bandera al seguito delle SS. Le stime variano tra 76 e 106 mila morti. Donne, bambini, anziani polacchi sterminati assieme ai comunisti ed agli ebrei. 

A ricordare questo massacro ci sono diversi cimiteri e monumenti in tutta l’Ucraina nord-occidentale, sempre più spesso oggetti di profanazione da parte dei neonazisti. A gennaio sono stati devastati i sacrari di Huta Pieniacka e Bykivnia. Lapidi distrutte, svastiche, rune e slogan xenofobi vergati ovunque. Attacchi che hanno suscitato la condanna del governo di Varsavia e sdegno popolare in Polonia. Qualcuno ha anche pensato ad una sorta di rappresaglia. Nel cimitero di Hruszowice c’era un monumento celebrativo dell’Upa e degli anticomunisti ucraini, che è stato prima ricoperto di scritte offensive e poi rimosso dalla stessa amministrazione locale.

A marzo le formazioni paramilitari di Kiev alzano il tiro, colpendo direttamente le autorità di Varsavia. Con un lanciagranate centrano il consolato di Lutsk, provocando nell’edificio un foro di quasi un metro di diametro e danni ingenti. Con Varsavia si sfiora la crisi, anche se Poroshenko formalmente si dissocia dal gesto e promette indagini sugli autori. L’isteria anti-polacca non si placa, costringendo quella comunità a scendere in piazza per chiedere la tutela dei propri diritti. Centinaia di persone con le bandiere bianco-rosse hanno occupato un tratto dell’autostrada Leopoli-Varsavia, dato fuoco ai pneumatici e sfidato la polizia del regime. “Questa è la nostra terra”, “Non toccate i nostri monumenti”, “Volinia nel cuore”, gli slogan sugli striscioni. A fine maggio a fare i conti con la furia cieca dei banderisti è stata perfino una scuola della minoranza linguistica di Mostyska. Finestre rotte, liquido incendiario lanciato dentro ed ennesima dura protesta del ministro degli esteri Witold Waszczykowski. 
Nemmeno in Polonia la vita è facile per gli ucraini. In centinaia di migliaia hanno attraversato il confine negli ultimi anni, per sfuggire allo stato di guerra ed alla gravissima crisi economica. Lavorano come badanti, operai edili e nel settore dell’agricoltura, accettando paghe decisamente inferiori rispetto a quelle dei lavoratori polacchi. In molte piccole aziende la manodopera locale è stata quasi interamente soppiantata dagli ucraini. Una polveriera che rischia di esplodere.

 

Nei giorni scorsi a Danzica, storica città industriale nei cui cantieri navali operava Lech Walesa, un gruppo di ubriachi ha colpito a pietrate le abitazioni di migranti di Kiev, mentre a gennaio dei loro connazionali, studenti universitari, sono stati vittime di un’aggressione xenofoba a Rzeszów. Striscioni e cori anti-ucraini sono ormai comunissimi tra le tifoserie calcistiche polacche. 

Mai negli ultimi decenni i rapporti tra i due paesi hanno raggiunto un livello così basso, quasi ad un passo dalla rottura e dal ritiro delle rispettive rappresentanze. Da alleati a vicini di casa che si provocano a vicenda con colpi bassissimi. Creando non pochi grattacapi agli Usa ed alla Nato, che vorrebbero continuare ad utilizzare entrambi i governi come principali avamposti militari, assieme alle repubbliche baltiche, contro la Russia di Putin. 


Fonti:

 

 

Tratto da: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-polonia_ed_ucraina_ad_un_passo_dalla_rottura_eredi_di_solidarnosc_contro_banderisti/82_20393/.


 

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