‘di Paolo Ermani
In Cina respirare è un optional, a Pechino per la prima volta nella storia c’è allarme rosso da inquinamento atmosferico di PM 2,5. Secondo l”Organizzazione mondiale della sanità , il livello di sicurezza di particolato fine a 2,5 micrometri è stimato in meno di 25 microgrammi per metro cubo e nella capitale cinese si è arrivati a centinaia di microgrammi. Una coltre di nebbia da inquinamento oscura qualsiasi cosa: bambini a casa, cantieri parzialmente chiusi, limitazione al traffico, mascherine per tutti. E per rendere la pillola un po’ meno amara, così come sa fare bene il mercato che lucra su ogni sciagura possibile e immaginabile, le mascherine hanno forme e colori diversi, con i pupazzetti, con i personaggi di Disney, si muore ma lo si fa con allegria e divertimento. Chi se lo aspettava che il “comunismoâ€, che doveva liberare tutti e portare il sol dell’avvenire, il sole non lo vede nemmeno più, oscurato com’è dall’inquinamento? E i cinesi, così come gli indiani che hanno livelli di inquinamento simili, sono solo all’inizio del loro processo di occidentalizzazione, motorizzazione, identificazione con quello che comprano; figuriamoci cosa succederà in futuro.
Qualcuno ricorda cosa successe a Tienanmen? C’era chi chiedeva libertà , eco mondiale, immagini indelebili del ragazzo che ferma i carri armati. Ora i cinesi la libertà non ce l’hanno lo stesso ma hanno acquisito quella libertà con cui il capitalismo compra chiunque, la libertà di acquistare, la libertà che fa passare magicamente tutte le altre libertà in secondo, terzo e quarto piano. E con quella libertà tutto si assopisce, al massimo si protesta per avere salari più alti e poter quindi comprare meglio e di più, che poi questo significhi morire di inquinamento, beh è un effetto collaterale che non si può evitare se si vuole diventare come noi. Come dicono a volte gli operai delle fabbriche di morte dalle nostre parti? Meglio morire di cancro che di fame, eccoci serviti… Ammesso che poi si muoia di fame se si lavora senza inquinare, ma questa è un’altra storia…
E quindi con la possibilità di comprare, il popolo può sfogare i suoi aneliti di libertà lavorando duro, guadagnando e finalmente comprandosi le stesse idiozie che ci compriamo noi in Occidente fabbricate dai cinesi stessi.
E‘ davvero particolare notare come per la libertà di espressione di un tempo in Cina ci furono dimostrazioni e lotte e per la libertà più importante cioè quella letteralmente di vivere, necessità che dovrebbe travalicare qualsiasi idea o ideologia, non ci sia indignazione internazionale, sommosse, proteste. Si rimane chiusi in casa, ci si infila la mascherina se si deve per forza uscire e avanti così.
Si accetta supinamente di non avere nemmeno più la libertà di respirare tanto è forte la follia e l’attrazione mortale verso la crescita del Sacro Prodotto Interno Lordo; rendiamoci conto con quale mostro perverso abbiamo a che fare.
I cinesi fanno la stessa fine che abbiamo fatto noi in passato: lotte, rivendicazioni, proteste, grandi ideali, finiti nell’acquisto della magica televisione a colori, a fare i manager, a vendere prodotti, a fare le vacanze ai Caraibi, comprarsi l’auto nuova o l’ultimissimo iPhone.
Il capitalismo, non importa che sia statale come in Cina o meno, sa benissimo come comprarsi tutti, non serve bastonare più di tanto, basta rincretinire le persone con la televisione, farle entrare nel paese dei balocchi e il gioco è fatto. Con questi gadget mentali si fa pure accettare di non poter più respirare. Non è di certo un caso che Berlusconi con le sue televisioni abbia imperversato (e imperversa ancora) per venti anni comprandosi ogni cosa e persona e facendo entrate chiunque nel suo mondo dei balocchi dove nessuno o quasi è immune dalle sirene del soldo. Anche un (ex) protestatario doc come Francesco Guccini, tanto per citarne uno molto simbolico delle migliaia, si prostra alla casa editrice (Mondadori) del Padrone per antonomasia, tanto per ribadire che pecunia non olet, mai. Altro che “trionfi la giustizia proletariaâ€, qui trionfa solo il soldone. Al famoso popolo che doveva cambiare il mondo, ai protestatari, cosa vuoi che gli interessi la rivoluzione di fronte al bel gruzzoletto o ai meravigliosi prodotti della nostra società scintillante?
Passando dalla Cina all’Italia, cosa fanno i sindaci delle città che puntualmente sforano ogni anno i limiti di inquinamento (come se poi l’inquinamento possa avere dei limiti “accettabiliâ€, già di per sé è una cosa assurda)? Si inventano provvedimenti ridicoli come le targhe alterne, ben sapendo che tanto ogni famiglia ha tre, quattro auto quindi con targhe “alternabiliâ€. Oppure, altro provvedimento da operetta, ci dicono di abbassare il riscaldamento, come se ci fossero ispettori che lo controllano e fanno multe a chi sgarra. Se queste misure portassero qualche risultato, allora perché la situazione non cambia mai e siamo sempre alle prese con gli stessi problemi? E quindi nonostante la nostra super-iper-tecnologia e modernità , come da stregoni indiani, i nostri “esperti†e amministratori pregano e sperano nel vento e nella pioggia, difatti quando questi sono assenti, soprattutto in inverno, la situazione si aggrava di più. E in qualità di stregoni tentano di farci credere che il vento e la pioggia facciano sparire l’inquinamento per incanto, invece lo trasferiscono semplicemente da un”altra parte e così si rimuove il problema. Siamo la società della rimozione.
L’Agenzia europea per l’ambiente, non un covo di fanatici ambientalisti, indica in 84 mila morti premature in Italia, primo paese europeo, a causa dell’inquinamento atmosferico e a malapena la notizia è trapelata, meno che mai ha smosso qualcosa. Ma se un pazzo qualsiasi accoltella un connazionale gridando “Allah è grande” se ne parla per mesi interi e si inneggia alle crociate; però 84 mila morti istituzionali non muovono un sospiro, non ci interessano granché. Nella società dello spettacolo in cui siamo infatti è la scena del crimine che conta, soprattutto se ripresa da videocamera di telefono cellulare, mica le dimensioni del dramma effettivo.
Che con il nostro benestare ci abbiano usurpato qualsiasi cosa compresa l’aria lo dimostrano città come Firenze che detiene di sicuro la palma della “migliore†strategia contro lo smog cittadino e che in combutta con la Regione, pur avendo sforato i limiti di inquinamento atmosferico, ha deciso di rimandare qualsiasi provvedimento a dopo le feste. Fra il PIL e la vita delle persone non c’è discussione o scelta che tenga, vince sempre il PIL. Mica sarà più importante la nostra salute e l’aria che respiriamo piuttosto che un lo shopping natalizio e il panettone di gomma da mangiare assieme alla famiglia festeggiando modello pubblicità ! Chi sarebbe mai così pazzo da mettere in discussione tutto ciò di fronte alla salute dei nostri polmoni, anche perchè tanto di qualcosa si deve pure morire, no?
Buon Natale di smog a tutti, ma soprattutto ai nostri amministratori per la loro lungimiranza e cura della salute dei loro amministrati o meglio ammaestrati.
(24 dicembre 2015)[url”Link articolo”]http://www.ilcambiamento.it/editoriale/pil_natale_smog.html[/url] © Paolo Ernani © il Cambiamento.
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