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Preparare la Resistenza non violenta

Abbiamo, insomma, un “nuovo” presidente della Repubblica. Napolitano, dopo un settennato catastrofico, si fa ancora garante della Casta e la ricompatta.

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21 Aprile 2013 - 07.09


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di Paolo Bartolini – Megachip.

Abbiamo, insomma, un “nuovo” presidente della Repubblica. Napolitano, dopo un settennato catastrofico, si fa ancora garante della Casta e ricompatta attorno a sé centro-destra e centro-sinistra, con lo scopo – ormai sempre più chiaro agli italiani – di costruire un Governo di larghe intese che rimanga fedele, sulla pelle dei cittadini, ai diktat europei e alle politiche di austerità introdotte da Monti. Nel caos delle elezioni presidenziali, tuttavia, qualcosa di buono ci sembra che sia successo: in particolare è caduta una volta per tutte la maschera del Partito Democratico. La classe dirigente (giovane e vecchia) del Partito non intende minimamente rappresentare la propria base elettorale, bensì si preoccupa unicamente di stabilizzare lo stato di cose presenti, evitando qualsiasi trasformazione democratica dell’attuale assetto politico. Conservatori tutti d’un pezzo, che sfidano il ridicolo quando sostengono di aver lavorato per il Paese rendendo possibile la rielezione di Napolitano, un presidente che non ha mai difeso la Costituzione e ci ha imposto, senza democratiche elezioni, un Governo gradito alle elite finanziarie europee e d’oltreoceano.

 

 


Buona notizia, in mezzo a tanta miseria e confusione, è la momentanea resipiscenza di SEL. Si configura dunque in Parlamento una possibile opposizione coerente formata dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra Ecologia e Libertà. Fuori dalle stanze del potere, nel frattempo, milioni di italiani hanno ben compreso l’equivalenza pressoché totale tra i piddini e gli impresentabili componenti del centro-destra. Il terremoto politico a cui assistiamo potrebbe quindi dimostrarsi foriero di interessanti sviluppi. Chiunque abbia a cuore il futuro dell’Italia ha dinnanzi almeno due possibilità che vado ad elencare:

  1. 1)Nascita di un nuovo soggetto politico (estraneo alla dicotomia destra-sinistra), capace di interagire positivamente con il M5S, al fine di creare dopo le prossime elezioni una coalizione ampia che abbia alcuni punti fermi condivisi: difesa e attuazione della Costituzione, rinegoziazione del debito a livello europeo, decrescita selettiva e riconversione ecologica dell’economia, contrasto alla criminalità organizzata, stop alle grandi opere inutili e, soprattutto, dichiarazione di assoluta indisponibilità a partecipare a qualsiasi intervento militare in giro per il mondo. SLOGAN RIASSUNTIVO: Creare la forza che non c’è
  2. 2)Intelligente azione di partecipazione al M5S con lo scopo di favorire dall’interno una democratizzazione (oggi ancora insufficiente) del MoVimento. Servirebbe dunque, in questa prospettiva, un’iniezione significativa di competenze politiche e culturali tra i cinque stelle, perché al momento manca una vera formazione dei loro gruppi parlamentari e locali che sappia produrre una seria classe dirigente. SLOGAN RIASSUNTIVO: Entrare nel MoVimento per farlo crescere

 Come si può notare entrambe le ipotesi non possono, e non devono, fare a meno di un confronto franco e diretto con il MoVimento guidato da Grillo. Penso che oggi non ci siano altre scelte percorribili. È tempo allora, soprattutto per chi si sente e considera ancora di sinistra, di abbandonare le scucite bandiere di un’identità sorpassata dalla storia, e di apprendere nuovi linguaggi e prassi operative. In fondo il sogno di una società migliore – equa, solidale e sostenibile – merita il coraggio di un salto in avanti verso l’ignoto.

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