Paolo Bartolini.
Anna Maria Rivera
interviene
sul futuro di «L’Altra
Europa con Tsipras».
L’auspicio della nascita imminente di una forza di sinistra
antiliberista, anticapitalista e libertaria, è certo condivisibile.
Purtroppo quello che sconvolge nell’analisi della Rivera è la
posizione di chiusura
aprioristica nei confronti del Movimento 5 Stelle.
L’errore
madornale, che si ripete da
mesi se si escludono importanti aperture dovute all’intelligenza e
alla sensibilità di Barbara Spinelli,
è quello di far coincidere puntualmente il MoVimento con il
grillismo. Non basta poi dichiarare, come fa l’autrice
dell’articolo, che
«certo,
il M5S è fenomeno politico e sociologico ben più complesso e
composito. Ed è perciò che, forse, chi vi si è rifugiato, per
disperazione o assenza d’alternative, un giorno potrebbe essere
attratto da una formazione di sinistra limpidamente
anti-liberista, anti-capitalista, libertaria. E che valorizzi
pluralismo, partecipazione e democrazia dal basso,
incoraggi e sostenga i movimenti e il conflitto sociale, abbia
come discriminanti l’antifascismo, l’antirazzismo,
l’antisessismo».
Chi
scrive ritiene che la votazione che verrà effettuata sul web per
decidere il posizionamento dei
cinquestelle nel Parlamento Europeo
assuma oggi una notevole importanza, e che il suo esito non sia
affatto scontato.
Da
essa potrebbe uscire un nuovo
profilo del MoVimento
o, quantomeno, un chiarimento ulteriore che molti simpatizzanti
attendono per decidere se abbandonare o meno la barca. Nel secondo
caso una realtà con le caratteristiche descritte dalla Rivera
potrebbe forse attrarre scontenti e delusi. Ma parlare sempre di
Grillo
come se rappresentasse nella sua totalità il variegato mondo dei
cinquestelle è non solo scorretto, ma controproducente.
In
tal senso, senza accorgersene, si fa proprio il gioco del comico
genovese che – psicologicamente parlando – rafforza la sua
influenza quanto più canalizza su di sé il plauso dei fedelissimi e
l’astio degli avversari.
Tra
Grillo e la Sinistra c’è invece un gran numero di cittadini che
stanno mettendo in discussione la loro appartenenza ideale, e non
cercano sterili contrapposizioni, ma aperture intelligenti che
conducano a un Fronte di
Dignità Popolare
che crei alternative credibili alla crisi di sistema prodotta dalla
brama luciferina del capitalismo finanziario.
L’Altra
Europa con Tsipras, se vuole anche solo immaginare un futuro in
Italia, deve sviluppare idee, metodi e processi partecipativi
inclusivi e stimolanti. Nessun elettore o militante del Movimento 5
Stelle – che si riconosca come antifascista, progressista e
antiliberista – deve sentirsi escluso dalla possibilità di un
dialogo costruttivo. E per dialogare bisogna essere almeno in due.
La
mia speranza, dunque, è che si dedichino i prossimi mesi alla
ricerca di ponti
possibili con chi, non tradizionalmente di sinistra, crede come noi
in un’Europa profondamente
diversa, solidale e pacifica.
L’esperienza
vittoriosa dei referendum sull’acqua e contro il nucleare è qui a
ricordarci che in Italia esiste un popolo
trasversale
che, equidistante dal centrodestra e centrosinistra, reclama una
rappresentanza unita e non litigiosa. L’appello, ai garanti e ai
candidati de L’Altra Europa con Tsipras, è quello di avvalersi
dell’arte del distinguo, non cedendo alle generalizzazioni.
Tanto
più che con il 4,03%
e con i soliti tentennamenti di una sinistra geneticamente modificata
non si va da nessuna parte.
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