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Ukr-ISIS Crisis: caos sistemico e caos sistematico

'L’Impero è ogni cosa e il suo contrario, un buco nero che tutto inghiotte, dagli ecologisti ai nazisti, dagli islamofobi agli jihadisti. C''è del metodo [Piotr]'

Ukr-ISIS Crisis: caos sistemico e caos sistematico
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26 Settembre 2014 - 08.25


ATF

di Piotr.


Sulla Stampa on-line è stato
pubblicato un
articolo sui bombardamenti statunitensi in Siria.

L’articolo è anonimo. Peccato,
perché non abbiamo modo di chiedere all’autore se ignora le cose,
oppure non le capisce o infine se è semplicemente un oscuro
redattore di veline preparate altrove.

Analizziamo solo due passaggi e si
capirà il perché della nostra curiosità.

«Dopo tre giorni di offensiva in
Siria, più di 350 persone (tra cui civili compresi donne e bambini),
sono stati uccisi dalle bombe sganciate dalla coalizione
arabo-sunnita guidata dagli Stati Uniti e da quelle – assai più note
ai siriani – sganciate dai caccia del regime di Damasco. Nella
regione di Idlib, i bombardamenti sono stati condotti quasi
all’unisono da caccia della coalizione arabo-occidentale e da
velivoli militari russi di Damasco
».

Notiamo due punti che nell’economia
informativa dell’articolo hanno puramente il ruolo di messaggi
subliminali
.


a) Le bombe sganciate dai caccia del
“regime di Damasco” sarebbero “assai più note ai siriani”.

Sottotesto: A Damasco c’è un
dittatore (regime) sanguinario che non fa altro che sganciare bombe
sul proprio popolo.

Da una parte si evocano i 2.000
morti in due giorni
sotto le pretese bombe di Gheddafi – in
seguito smentiti da tutti – e dall’altra si allude ai
pretesi “bombardamenti chimici” di Assad. I miei sospetti
possono sembrare forzati, ma in realtà l’allusione è ovvia e
spontanea per i lettori di Stampa e organi di disinformazione
contigui, perché questi sono riusciti a fare di quest’ultimo
falso patente l’evento mediatico più importante della crisi
siriana
. Un falso così falso che è stato sbugiardato sia da
un’analisi
condotta nel cuore scientifico dell’impero americano, il celebre
MIT di Boston
sia da un’inchiesta del più noto giornalista
investigativo statunitense: il
famigerato bombardamento chimico di Ghouta era stato fatto dai
“ribelli”
.


b) Gli aerei di Damasco sono “caccia”.
Boh, chissà perché non “bombardieri”. Forse suona meglio anche
se i caccia sono fatti non per bombardare ma per abbattere altri
aerei. Ad ogni modo – e qui sta il punto – questi “velivoli
militari” sono “russi”.

Olè. Anzi, Hip Hip Urra!

Qui si evoca né più né meno che
il babau,
l’uomo nero, il Mago Sabbiolino. l’Erlkönig.
Il gioco è infantile e stupido. Chi è il babau in Europa? Ma Putin, ovviamente! Non ci avvertono per caso un giorno sì e uno
no che la Russia sta invadendo l’Ucraina orientale e tra poco
cercherà di prendersi Kiev come prima tappa per far abbeverare i
cavalli dei cosacchi a San Pietro?

La retorica è sempre la stessa e anche
stavolta nasconde l’aggressione a Mosca. Per la bisogna gli Usa
si sono premuniti di nazisti ucraini in misura abbondante
. C’è un nuovo modo di dire in
America: “Combatteremo la Russia fino all’ultimo ucraino”.

Chissà, magari il nuovo melange
nazi-democratico funzionerà meglio di quello a tinta unita
dell’Operazione Barbarossa, all’epoca così tanto esaltata dal
nostro attuale Presidente della Repubblica.

Di meglio credo che sia difficile fare:
l’impero in vista della prossima catastrofe mondiale, dove
ci sta portando come un pifferaio magico, ha superato se stesso
e ormai copre un arco ideologico, simbolico, evocativo, terminologico
e semantico che va dall’iper-ecologismo di Marina Silva in Brasile
all’iper-nazismo di Oleh Tyanhybok in Ucraina. Con notevoli
inversioni, perché se da una parte il programma di governo
dell’ecologista Marina Silva intende lasciare il sistema ecologico
brasiliano alla mercé di oligarchi locali e di affamatissime
multinazionali imperiali, dall’altra i nazisti ucraini hanno
consegnato il loro Paese alla mercé di quella finanza anglosassone
che era invece così odiata dai maggior loro, cioè i nazisti
tedeschi di origine e denominazione controllata.

L’impero, insomma, è tutto e di
più, una cosa e il suo contrario, un immenso buco nero che tutto
inghiotte
.

Da noi la più lesta e la più
entusiasta a caderci dentro è stata la sinistra, di ogni sfumatura,
con eccezioni talmente piccole da non alterare il desolante quadro
d’insieme. Chi perché gli Usa sono il faro della democrazia, chi
perché è sempre comunque giusto ribellarsi perché il capitale
sfrutta il lavoro dappertutto, chi semplicemente perché si beve
qualsiasi panzana. Tanti perché, un unico esito disarmante.
Gli stessi che vanno in piazza il 25 Aprile in Italia poi promettono
armi e soldati italiani ai nazisti ucraini.

Di tutto e di più, una cosa e il suo
contrario. La crisi sistemica genera il caos sistemico. La
strategia migliore è allora il caos sistematico
. Non scherzo: la
strategia ha una sua logica non banale.


Il secondo passaggio è il seguente:

«Ad Aleppo si sono registrati
scontri armati tra ribelli anti-regime e forze lealiste sostenute da
jihadisti sciiti libanesi degli Hezbollah
».

Qui l’estensore dell’articolo parte
dal presupposto che i suoi lettori siano tutti stupidi. O meglio che
i loro neuroni siano ormai stati cotti al punto giusto dalla
fraseologia dominante così che basti stimolarli come i cani di
Pavlov per ottenere la reazione giusta.

Notate quel “jihadisti” riferito ai
combattenti di Hezbollah.

Anche qui, “jihadisti” evoca il
babau mediorientale, esattamente quanto “russo” evoca il babau
europeo
.

Jihadisti! Vade retro! Perché, come
ben si sa, gli jihadisti tagliano le gole, sono brutti, barbuti,
intolleranti e impongono alle donne di coprirsi dalla testa ai piedi.
E’ vero, nell’Isisstan.

Ma vediamo cosa ne pensa Hezbollah.
Sarà come ci raccontano sulla Stampa, cioè saranno anch’essi
così. Perché la Stampa è un giornale serio.

Ecco qua allora, tanto per controllare,
la foto di una militante di Hezbollah scattata da una
stupefatta reporter olandese. Non è uno scherzo, la bandiera è
proprio quella del “Partito di Dio” e la ragazza stava andando a
una sua manifestazione elettorale. Un caso? Beh, anche la ragazza a
destra è una sostenitrice di Hezbollah: il suo top è la bandiera
del partito e l’immagine del leader Hassan Nasrallah è, diciamo
così, sul suo cuore. Ovviamente anche le due ragazze della foto
successiva sono delle incoscienti: non sanno chi stanno sostenendo.
Per non parlare di quella donna cristiana!

Jihadisti libanesi? No, ma torinesi
sicuramente sì
.




P.S. n.1.


– Sempre sulla Stampa on-line,
Francesca Paci, giustamente indignata per le minacce
sessual-mediatiche a Emma Watson dopo il suo discorso femminista
all’Onu, improvvisamente fa deragliare il suo articolo per ficcarci
dentro gratuitamente un attacco a Bashar al-Assad: «L’anonimato
che aiuta i ribelli siriani a denunciare in pseudo-sicurezza la
ferocia cinica del regime di Assad (per questo lunga vita a internet)
protegge purtroppo anche i machi repressi, i vili, gli idioti
».

Che c’entra? Non c’entra ma ce lo
facciamo entrare lo stesso. Repetita.

Per quest* jihadist* del giornale
torinese ogni occasione è buona. Anche la più sciocca. Peccato che
l’articolo finisca fuori strada. Ma loro sono soddisfatti lo
stesso.

Mi viene da chiedergli: non è che,
tante volte, vi sentiate un po’ responsabili per aver dipinto
mercenari, tagliagole e psicopatici come eroi della libertà
spingendo giovani ingenui e in buona fede nella tela del ragno? Non
vi sentite di tanto in tanto un po’ complici del “terrorismo
internazionale”, loro propagandisti? Volontariamente o
involontariamente, spetterebbe a un giudice decidere.

No? Proprio non vi passa per la testa?
Siete così presi dalla sistematizzazione del caos? Ma non è un
lavoro poi così difficile. Basta un giorno osannare i tagliagole e
il giorno dopo urlargli contro. Un giorno passargli soldi e armi e il
giorno dopo bombardarli.

Routine, insomma.



P.S. n.2.

 

– A seguito del mio recente post
intitolato “Il chiarimento del caos”, un lettore ha commentato così: “Ah,
ah, ah… le risate. Divertentissimo articolo, che fantasia!
”.

Non so se il termine “fantasia” gli
sia venuto in mente perché parlavo di corsari e pirati, o perché
parlavo di colloqui triangolari tra ISIS, Esercito Siriano Libero e
Stati Uniti (forse non aveva capito chi c’era nella foto di
accompagnamento dell’articolo). Può essere invece che sia stato
colpito dalla mia “fantasia” perché descrivevo un probabile
scenario dove appendici dell’ISIS andavano a creare terrore in
Russia, in India e persino nella lontana Cina, in quest’ultimo caso
via miliziani uiguri.

Beh, oggi ci sono foto di membri
dell’esercito georgiano (quello che nel 2008 addestrato da
istruttori israeliani attaccò l’Ossezia del Sud compiendo, quello
sì, un tentativo di genocidio), riciclati come jihadisti ISIS. Dove
pensate che andranno a creare disastri cessata la leva e
l’addestramento nel califfato? E ci sono foto di jihadisti ISIS
uiguri, cittadini della Repubblica Popolare Cinese. I più informati
parlano di centinaia di miliziani uiguri aerotrasportati in Siria da
velivoli militari turchi.

Certo, è da verificare, ma è
verosimile. Infatti all’inizio del nuovo millennio – ma il mio
ilare commentatore scommetto che non lo sapeva – i leader turchi
dichiararono che quello che iniziava sarebbe stato il “Secolo
Turco”, cioè un secolo dove l’area d’influenza della Turchia
si sarebbe espansa su tutto il mondo panturanico che, per chi non lo
sapesse, è quella vasta area genericamente turcofona che va dal
Mediterraneo allo Xinjiang cinese: Kosovo, Azerbaijan, Kazakistan,
Uzbekistan, Turkmenistan, eccetera.

Erano, quei sognatori di allora, leader
laici. Ora il progetto panturanico sembra condito in salsa islamista
e così ci aggiungiamo anche l’Isisstan.

Si badi bene che così è addirittura
più credibile. Dico sul serio, perché quei politici laici turchi
alla fine erano kemalisti e Kemal Atatürk propendeva più per
l’Europa che per l’Asia. E, così d’acchito, è anche più
funzionale all’altro progetto secolare, il New American Century
dei neocon statunitensi, che all’uopo si sono creati in
Europa il Nazistan.

Io in realtà di fantasia ce ne ho
poca. Sono quegli altri che ne hanno da vendere.

Ma è da film “de paura”.


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